Preview Grizzlies-Spurs: la forza del gruppo

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Copertina di Francesco Ricciardi

Domani notte al FedEx Forum di Memphis andrà in scena la partita tra il nono e il decimo seed nella Western Conference, Grizzlies contro Spurs. Chi vince resta in corsa e dovrà vedersela con la perdente tra Lakers e Warriors, chi perde va a casa. I padroni di casa scendono in campo dopo la dolorosa sconfitta subita proprio contro Golden State, che ha pregiudicato la possibilità di arrivare ottavi e avere un percorso più semplice al play-in, mentre la squadra di coach Pop – che arriva da due sconfitte consecutive contro i Suns – cercherà di dare vita a una nuova striscia di presenze ai playoff dopo quella, storica, interrottasi la scorsa stagione.

Nella regular season appena conclusa le due squadre si sono affrontate tre volte, e lo storico recita 2-1 a favore dei Grizzlies. Il primo scontro risale all’opening night di fine dicembre, in una partita che vide protagonisti Ja Morant – che realizzò con 44 punti il suo career high – e DeMar DeRozan, che fece ammattire completamente la difesa dei Grizzlies con un tabellino da 28 punti, 9 assist, 9 rimbalzi e 15 viaggi in lunetta. In quella circostanza ebbero la meglio gli Speroni mentre negli altri due incontri, giocati uno dopo l’altro tra fine gennaio e inizio febbraio, sono stati gli Orsi a prevalere, con due grandissime prestazioni offensive corali che si sono tradotte in 133 e 129 punti messi a referto.

Nel frattempo, alcune cose sono cambiate nei due roster: gli Spurs si sono separati da Aldridge, che ha giocato le ultime partite in neroargento proprio contro Memphis, e i Grizzlies hanno recuperato Jaren Jackson Jr., assente per gran parte della stagione e punto centrale del processo di rifondazione intrapreso dalla franchigia del Tennessee ormai due anni fa. È difficile dunque trovare qualcosa visto in regular season che possa essere replicabile anche in questa partita da “vinci o vai a casa”.

 

Tre punti chiave della partita

1) Dillon Brooks e Jaren Jackson Jr.

I successi dei Grizzlies dipendono molto dalle prestazioni della loro guardia titolare: è Brooks che prende in consegna l’esterno avversario più pericoloso ed è sempre lui, tra gli esterni, a essere lo scorer più versatile a disposizione di coach Jenkins. Il quarto quarto dell’ultima partita di regular season contro i Golden State Warriors è stato emblematico in tal senso: con i Grizzlies sotto di 17 punti, Brooks ha segnato in meno di 6 minuti 13 dei suoi 18 punti totali, recuperando praticamente da solo lo svantaggio.

Nel possesso successivo ha commesso il sesto fallo ai danni di Draymond Green: uscito lui, Memphis ha alzato bandiera bianca nel clutch time, senza segnare alcun canestro per quasi 4 minuti, tempo che i Warriors hanno sfruttato per dare lo strappo decisivo alla partita e prendersi l’ottavo posto nella Western Conference.

Brooks dovrà cercare di contenere i falli ed essere il più lucido possibile in attacco: DeRozan non è Curry e non costringe il diretto marcatore a rincorrerlo 40 minuti per tutto il campo, ma Jenkins potrebbe decidere di alternare anche Kyle Anderson sul nativo di Compton, in modo da far arrivare Brooks più riposato in attacco nel finale di partita.

Il canadese non è propriamente uno scorer efficiente (51.5% di TS% in questa annata) e avere un carico difensivo minore potrebbe aiutarlo: la sua produzione potrebbe essere decisiva ed è stata spesso il fattore che ha fatto spostare l’ago della bilancia da una sconfitta a una vittoria nella regular season appena conclusa.

Un giocatore che potrebbe mettere in crisi gli Spurs potrebbe essere Jaren Jackson Jr.: troppo lungo per essere contenuto da Keldon Johnson e troppo rapido per Pöltl. Il “potrebbe” deve essere sottolineato più di una volta: JJJ, anche contro Golden State, ha dimostrato dei limiti, soprattutto mentali, alternati ad alcune cose che fanno intravedere il grande giocatore che potrebbe essere.

Jackson sta avendo problemi al tiro, dovuti soprattutto al lungo periodo d’inattività, e i Grizzlies devono sperare che in questa partita scenda il campo la versione di JJJ migliore possibile, perché se è in grado di aprire il campo, i Grizzlies possono andare al ferro (sono primi nella lega per punti nel pitturato).

2) DeMar DeRozan

La stagione 2020-21 è stata l’ennesima conferma di quanto DeMar DeRozan sia il fulcro dell’attacco dei San Antonio Spurs. Sebbene per gran parte della sua carriera il nativo di Compton sia stato la prima opzione realizzativa della sua squadra, dal suo arrivo in Texas gli Spurs hanno esplorato più a fondo la sua dimensione come creator a tutto tondo, in grado sì di segnare ma anche di sfruttare la sua gravity come scorer per manipolare le difese avversarie e servire i compagni. Dopo questa introduzione risulta chiaro che gran parte delle speranze di San Antonio per il passaggio del turno verranno riposte nelle mani di DeRozan, compito che Deebo ha sempre dimostrato di prendersi senza paura quando se ne è presentata l’occasione.

Durante la stagione è capitato spesso di vedere il prodotto di USC giocare uno stile principalmente “pass-first”, cercando di coinvolgere i compagni e di farli entrare in ritmo. Ciò è dovuto in parte alle caratteristiche dei giocatori nel roster neroargento che vede, appunto, tanti nomi in grado di segnare 20 o più punti in una serata, ma che non hanno una costanza offensiva tale da poterci fare affidamento con continuità. I vari Murray, Walker IV, Johnson, Gay e Mills hanno avuto tutti grandi momenti nel corso della stagione, ma nessuno di loro ha dimostrato di poter essere il terminale offensivo della squadra ogni sera. Per questi motivi, infatti, non stupirebbe vedere DeRozan approcciare il play-in con una mentalità prima da realizzatore e poi da facilitatore, sfruttando il suo talento dalla media, la sua fisicità e la sua maestria nell’uso delle finte per procurarsi liberi o battere il difensore.

Gli Spurs sono una squadra che tenta di attaccare in transizione il più possibile per sfruttare la velocità e l’atletismo dei suoi giocatori, mentre è nell’attacco a difesa schierata che trova maggiore difficoltà. Sarà proprio in queste situazioni che DeMar prenderà in mano le redini dell’attacco texano e sfrutterà le sue doti per dare fluidità a una fase offensiva che senza di lui rischia di diventare stagnante. È lecito dunque aspettarsi tanto mismatch hunting da parte del #10 per puntare le principali debolezze difensive avversarie, in particolare Valančiūnas e Morant, bucare la difesa e valutare se andare a canestro o servire il compagno lasciato libero dall’avversario che tenta di coprire la sua penetrazione.

3) La lotta sotto le plance

Jonas Valančiūnas è stato in questa stagione il secondo giocatore della lega a catturare più rimbalzi offensivi e il primo per punti segnati da seconda occasione: il plus che riesce a fornire all’attacco dei Grizzlies è enorme. L’ex centro dei Raptors è stato il miglior realizzatore contro Golden State, segnando 29 punti con 16 rimbalzi (di cui 6 offensivi) e rendendo la vita complicatissima a Kevon Looney. Gli Spurs dovranno cercare di limitare il centro lituano in ogni modo, e in tal senso Jakob Pöltl potrebbe avere un ruolo fondamentale.

L’austriaco dovrà fare gli straordinari a rimbalzo sia in attacco sia in difesa, da una parte per contenere uno dei migliori in questo fondamentale come Valančiūnas e dall’altra per garantire possessi extra ai suoi. Gli Spurs sono una squadra che fatica molto a rimbalzo e che dovrà fare affidamento a uno sforzo collettivo per far fronte a questa lacuna, ma chiaramente le maggiori responsabilità in questo senso ricadranno sulle spalle di Pöltl. Sebbene non sia uno dei migliori rimbalzisti nel suo ruolo, il prodotto di Utah University ha centimetri e stazza per poter battagliare con il lituano sotto i tabelloni in quello che sarà sicuramente uno scontro tra centri “vecchio stile” dal sapore antico.

Il ruolo fondamentale di Pöltl, però, sarà quello di àncora della difesa neroargento. I Grizzlies, pur non essendo tra i migliori della lega, sono una squadra che va molto bene al ferro e quindi sarà compito di Jakob proteggere il canestro dagli assalti avversari. In questa stagione l’austriaco ha dimostrato di essere uno dei migliori rim protector dell’intera lega: contro di lui le percentuali avversarie si abbassano del 4.5% (solo Gobert e Turner, candidati al premio di Difensore dell’anno, hanno numeri migliori), mentre la difesa degli Spurs concede quasi quattro punti in meno per 100 possessi con il #25 in campo.

Oltre a essere un difensore d’area con pochi eguali, Pöltl è anche sorprendentemente abile nel contenere le penetrazioni degli esterni senza soffrire in maniera disastrosa il mismatch con gli avversari più piccoli e rapidi. Va da sé che per battere una squadra energica e combattiva come Memphis ci sarà bisogno della miglior versione del centro ex Raptors, soprattutto perché la rotazione dei lunghi a disposizione di Popovich è a dir poco risicata.

Il pronostico

Facendo un po’ di sano maniavantismo, Memphis è la squadra migliore delle due ed è quindi giusto che venga considerata la favorita. Detto questo, però, non è mai facile scommettere contro una squadra con Gregg Popovich in panchina in una partita secca.

Andando per ordine, i Grizzlies hanno il vantaggio di essere pressoché al completo e quindi di poter fare affidamento su una panchina profonda. San Antonio, invece, soffrirà l’assenza di Derrick White e la mancanza di un lungo che possa aprire il campo e fornire un’alternativa tattica a Pöltl e Eubanks; ci sarebbe Dieng, e non stupirebbe un suo impiego da parte di Popovich, ma il lungo senegalese non è ancora perfettamente inserito negli schemi neroargento e questo potrebbe essere determinante per la decisione del coaching staff sul se utilizzarlo o meno.

Gli Spurs, d’altro canto, hanno dalla loro l’esperienza dei veterani a roster che a partite di questo peso specifico sono abituati e che sulla singola gara potrebbero, con i loro accorgimenti, fare la differenza contro i giocatori di Memphis esuberanti ma inesperti.

In conclusione, gli autori si sbilanciano su un 55-45 di possibilità in favore dei ragazzi di Coach Jenkins, con l’unica certezza che ci troveremo davanti a una sfida accesa tra due squadre giovani e affamate di postseason.

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Leonardo Spera
Tifoso Spurs e Fortitudo, vive consumato dal dilemma sul se considerare Manu Ginobili il più grande giocatore di pallacanestro mai esistito. Appassionato di college e draft, gli bastano una wingspan sopra i 2.10 e una buona difesa per innamorarsi di qualunque prospetto.
Francesco La Mura
Qui su True Shooting perchè nessuno vuole perdere tempo dietro ai Memphis Grizzlies. Vivo nella speranza che Jaren Jackson Jr. possa diventare il miglior lungo della lega, quindi non fidatevi di me.