Sono Jalen Johnson, risolvo problemi

JALEN JOHNSON RISOLVO PROBLEMI
Copertina di Sebastiano Barban

Nel basket del 2023 è comune vedere quasi ogni notte qualche nuovo talento sfruttare l’occasione per emergere e dimostrare di meritare un posto tra i grandi. Jalen Johnson incarna l’ideale di versatilità e innovazione in un basket sempre moderno, in cui sembra passata la ricerca spasmodica di talenti per giocare basket position-less, come succedeva qualche anno fa, ma in cui, se uno di questi talenti capita nelle mani del giusto coaching staff, si può assistere a dinamiche di gioco estremamente interessanti. Il mix di forza fisica, atletismo, intelligenza cestistica, visione e capacità di mettere palla a terra di Jalen Johnson, uniti alle doti di Snyder come allenatore, consentono di risolvere problemi.

Difesa

Una delle caratteristiche principali che spiccano nel gioco di Jalen Johnson e che lo differenziano totalmente da John Collins, che ha sostituito, è la capacità di marcare 1-5 grazie alla combinazione di piedi veloci, forza fisica e braccia infinite.

Nel video qui sotto riesce a stare davanti a Quickley e a sporcargli il palleggio per poi volare in transizione e concludere con l’assist per Bey.

Allo stesso modo, sempre con Bey come partner in crime, in quest’altro video sta davanti al palleggiatore per poi sporcargli il palleggio e far segnare il compagno in contropiede:

Non è raro, guardando le partite degli Hawks, vederlo cambiare sui piccoli senza esitare, e questo offre a Snyder la possibilità di avere una lineup di lunghi (Johnson e Okongwu) capaci di coprire in modo efficace e versatile i buchi difensivi lasciati da un giocatore coma Trae.

La capacità di usare l’atletismo in maniera funzionale è sicuramente da evidenziare. Non lascia passare l’uomo per poi cercare la stoppata spettacolare, ma cerca di restargli davanti per rallentarlo e poi contestare il tiro efficacemente.

Questo si traduce, statisticamente, in un numero inferiore di stocks rispetto al potenziale che mette in mostra, ma in una difesa in media più solida e utile alla squadra.

La difesa della squadra non è migliorata particolarmente, a livello statistico, rispetto allo scorso anno, ma poter lavorare con giocatori come JJ può consentire ai compagni di squadra di sbagliare qualcosa in più e trovare qualcuno in grado di metterci una pezza. Sarà divertente, nel caso in cui gli Hawks parteciperanno, vedere come possa essere traslabile il suo impatto in ottica Playoff e vedere quali saranno gli aggiustamenti degli avversari quando gli Hawks accetteranno lo switch con giocatori come Okongwu e Johnson.

Transizione

From defense to offense, parliamo di transizione offensiva, probabilmente la più grande zona di confort per JJ.

Gli Atlanta Hawks sono passati dal segnare 13.2 punti a partita in contropiede, dato che li metteva al 19esimo posto nella lega nel 2022/2023, a segnarne 18.5, dato che li mette al quarto posto nella lega durante questa stagione e gran parte del merito è sicuramente del fatto che i minuti di JJ sono raddoppiati rispetto alla scorsa stagione.

In contropiede può fare tutto, può guidare la transizione e passare la palla in questo modo:

o creare una transizione dal nulla con un palleggio dietro la schiena in questo modo:

Unire queste abilità offensive in contropiede ad una discreta capacità nel rubare palloni e intercettare le linee di passaggio lo rendono capace di cambiare il ritmo di una gara trovando punti comodi in situazioni difficili.

Attacco

Siamo arrivati al punto cruciale. Chi è appassionato di college e di draft NBA conosce benissimo come veniva considerato Jalen Johnson prima della sua unica stagione a Duke e di come quella stagione a Duke abbia influenzato tantissimo l’andamento del draft 2021, in cui è sceso alla scelta 20. Il fatto che avesse perso parte del suo anno da senior all’high school e che successivamente si sia infortunato ad un piede, sia tornato e abbia deciso, visto il livello scadente di quella Duke, di terminare prima la stagione NCAA hanno lasciato parecchi dubbi a riguardo della sua dedizione.

Un secondo enorme dubbio era, tornando a parlare di fase offensiva, il suo tiro da 3. “Three-point shooting has the potential to be a strength or major weakness.”, è ciò che si può leggere nella maggior parte degli scouting report dell’epoca. Non si può dire che non avessero ragione, visto che deve ancora dimostrare di essere solido sotto questo punto di vista, ma ciò a cui stiamo assistendo in queste prime partite è lo scenario più idilliaco a cui si potesse puntare.

La sua mappa di tiro è ottima per un giocatore come lui: solo triple e tiri da dentro l’area, entrambi con efficienza ampiamente superiore a quella della lega. Cerchiamo di capire a cosa è dovuta.

La qualità delle sue triple è sempre ottima, prende solo tiri open o wide-open. Sa che non sono il suo punto di forza, anche la difesa lo sa e quindi tende a concederle. Lui, per rispondere, tende a segnarle.

La sua shooting form è lontana dall’essere da manuale, risulta particolarmente meccanico e sembra che anche il rilascio non sia pulitissimo, ma avendo sempre tempo per prendere la mira tende a segnare.

La skill che sta più cambiando l’attacco degli Hawks rispetto al periodo John Collins è però la capacità di passare la palla. Delle capacità in transizione abbiamo già parlato, quindi concentriamoci sull’attacco a metà campo.

La possibilità di giocare uno short roll, in questo caso non particolarmente short vista l’altezza del blocco, apre nuovi scenari nell’attacco rendendolo più dinamico e pericoloso. Una volta creato il vantaggio sei sicuro che Jalen lo manterrà, senza perdersi in palleggi di troppo o in indecisioni.

In quest’altra clip dimostra di nuovo le ottime doti da passatore venendo coinvolto come terzo in un pick&roll tra Dejounte e Okongwu e servendo quest’ultimo per la schiacciata comoda.

A ciò si aggiunge la capacità di andare a rimbalzo forte, soprattutto partendo da fuori e sfogando i suoi mezzi atletici per garantire un possesso aggiuntivo alla propria squadra.

Dopo aver parlato esclusivamente bene di lui può essere interessante guardare le statistiche delle lineup, per parlare dell’unico grande problema di Atlanta che JJ non è riuscito a risolvere: lo spacing del quintetto titolare.

Dopo qualche partita iniziale in cui Bey è partito in quintetto (seguita da qualche alternanza in base al matchup), Jalen ha iniziato ad essere in pianta stabile e a giocare gran parte dei minuti in stagione in una lineup con presenti Murray, Capela e Hunter. Il suo ruolo offensivo da facilitatore, in questo quintetto, è limitato e ne risente l’attacco della squadra in generale. In 216 minuti in stagione insieme a questi 3 il net rating è di -6.6. Un dato ampiamente negativo che rispecchia, in realtà, le grandi difficoltà di Atlanta a creare gioco con continuità quando il quintetto titolare è in campo.

Al contempo la panchina vola e Jalen Johnson, quando gioca con Bogdanovic, Okongwu e Bey riesce ad esprimersi al meglio facilitando il lavoro dei compagni, formando un quintetto ben amalgamato che si riflette in un +15 di net rating.

Jalen Johnson ha finalmente trovato la sua dimensione con qualche anno di ritardo, in parte a causa della scarsa fiducia di McMillan in lui. Ora, insieme a Snyder, sta emergendo come un sostituto eccezionale per Collins, apportando una notevole varietà sia in termini offensivi che difensivi che ad Atlanta mancava in passato. La sua presenza a roster, affiancata dall’abilità di un allenatore eccellente come Snyder, sta contribuendo in modo significativo a risolvere i problemi che hanno afflitto la squadra negli ultimi anni. Anche se la coperta rimane corta, grazie a Jalen, sicuramente si è aggiunta della lana e qualche giro di maglia in più che l’ha allungata di qualche centimetro.

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Matteo Berta
Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.