Potremmo chiamarlo il “Pat Beverley Derby”, un confronto tra il presente e il passato di uno dei giocatori più polarizzanti della lega a livello umano: a sfidarsi nella prima gara del play-in tournament della Western Conference saranno infatti i Minnesota Timberwolves (46-36) e i Los Angeles Clippers (42-40), rispettivamente settima e ottava squadra della graduatoria a ovest.
I padroni di casa si ritrovano a questo punto della stagione dopo aver rincorso per mesi quel sesto posto che avrebbe garantito l’accesso diretto ai playoff, sfuggito soprattutto per merito di uno straordinario Nikola Jokić, che con sforzi sovrumani ha mantenuto i suoi Nuggets sopra alla linea di galleggiamento.
Gli ospiti invece si presentano alla partita con una scorta di karma positivo a favore, giacché durante la stagione hanno dovuto sopportare ogni tipo di infortunio ai giocatori più importanti del roster – Paul George su tutti – oltre all’assenza del lungodegente Kawhi Leonard, ancora out dallo scorso anno.
Entrambe le squadre volano dunque sulle ali dell’entusiasmo: i primi hanno concluso la stagione più esaltante negli ultimi 18 anni di storia della franchigia, mentre i secondi hanno mantenuto una mentalità positiva nonostante tutte le avversità – senza cercare scuse, a differenza dei cugini losangelini – e possono rappresentare una potenziale mina vagante ai playoff.
Oltre all’accesso ai playoff e la possibilità di sfidare i giovani Grizzlies al primo turno, l’ulteriore posta in palio è quella di non dover affrontare i Phoenix Suns, che durante questa stagione si sono confermati come una vera schiacciasassi e che verosimilmente non lascerebbero scampo né ai Timberwolves né a questi Clippers: le contendenti cercheranno dunque di allontanarsi il più possibile dal deserto dell’Arizona e avvicinarsi alla casa di Elvis Presley.
Abbiamo parlato di questa partita – e di molto altro – anche nell’ultima puntata del Fun Guys Podcast, che trovate su tutte le principali piattaforme di streaming digitale: qui sopra trovate il link per sentirla su Spotify.
Tre punti chiave della gara
1) Le rotazioni dei Timberwolves
Dopo qualche partita di assestamento e di valutazione all’inizio della regular season, coach Chris Finch ha trovato il suo quintetto base preferito verso metà novembre: Russell e Beverley come esterni complementari, Edwards da 3 e Vanderbilt affiancato a Towns per completare il frontcourt. Questa lineup titolare ha vinto 21 delle 34 partite giocate, confermandosi indubbiamente come il quintetto più equilibrato e meglio assortito dei 26 totali che hanno iniziato le partite durante questa stagione.
Però, attorno a questi cinque “intoccabili”, i minuti e i ruoli dei giocatori in uscita dalla panchina sono stati generalmente fluidi: Finch si è districato ottimamente tra i vari stati di forma dei giocatori, mantenendo costante la ratio dietro alle rotazioni ma adattandosi quando certi momenti delle partite o della stagione lo richiedevano.
La capacità di ascoltare ogni voce nello spogliatoio ha permesso al coach dei Timberwolves di non far nascere malumori tra i giocatori di un roster veramente profondo, senza mai cristallizzarsi sulle proprie convinzioni ma dando possibilità ai diversi interpreti di guadagnarsi un posto nelle rotazioni, com’è successo per esempio ai vari Prince, Nowell e McLaughlin.
Jaylen Nowell about to play for 18 straight minutes to close the game.
— Dane Moore (@DaneMooreNBA) March 6, 2022
Wasn’t in the rotation a week ago.
Con il roster al completo Finch ultimamente ha scelto di ruotare ben undici uomini, un numero discretamente alto anche per la regular season: dalla panchina infatti solitamente si alzano Malik Beasley, Jaden McDaniels e Taurean Prince, seguiti da Jordan McLaughlin, da Naz Reid e successivamente da Jaylen Nowell.
A livello playoff sicuramente la rotazione dovrà essere accorciata, e non sarebbe sorprendente se giocassero solo otto o nove uomini: i cinque titolari, Beasley, McDaniels, Prince e qualche minuto di Reid per far prendere fiato a Towns.
I giocatori menzionati sono quelli più adatti a un contesto di postseason, sia per skill set sia per caratteristiche fisiche; i Clippers sono una delle squadre più “lunghe” della lega – specialmente sulle ali – e per una squadra come Minnesota, i cui problemi di stazza sono ormai noti, sarà fondamentale reggere questo scontro con tutti i mezzi a propria disposizione.
Sarà interessante monitorare anche i minuti di Jarred Vanderbilt, il cui impatto difensivo e a rimbalzo è innegabile, ma che viene sistematicamente ignorato dalle difese avversarie a causa della sua pressoché totale inutilità offensiva.
Come vedremo in seguito, tanti coaching staff ormai decidono di marcare Towns con un’ala, lasciando il proprio 5 a disinteressarsi di Vanderbilt: i Jazz e gli stessi Clippers hanno avuto particolarmente successo con questa tattica, perciò non è da escludere che i minuti di Vanderbilt siano ridotti a una quindicina – nel ruolo di cosiddetto fake starter – per evitare di dare a Tyronn Lue un facile assist per ingolfare l’attacco dei Timberwolves.
2) La difesa su Karl-Anthony Towns
L’aspetto della partita che sicuramente guarderemo con più interesse sarà la difesa adottata da Ty Lue per cercare di limitare la superstar dei Timberwolves. Con tutta probabilità, Towns vedrà alternarsi due tipi di marcatura:
- Uno, più classico, con Zubac in single coverage e gli esterni pronti a intervenire sulle penetrazioni;
- L’altro, invece, vedrà un’ala (in questa stagione è stato spesso Batum a sacrificarsi, ma l’arrivo di Covington permetterà a Lue di alternarli) fronteggiare KAT nel tentativo di rendergli difficile la ricezione, con Zubac (o chi per lui, quando verrà impiegato il quintetto piccolo) pronto a raddoppiare una volta partito il passaggio per il centro dominicano.
Quando c’è un lungo avversario che sa tirare da 3 i Clippers amano mettergli addoso un’ala (Batu, Morris, ora anche Cov) e avere Zubac come low man accoppiato con il più scarso delle ali avversarie. Guardate quello che succede quando Vala va in post: https://t.co/up5couyGln pic.twitter.com/aOwRy5tO3k
— Lorenzo Pasquali (@lory_pasquali) April 5, 2022
Proprio Batum, l’unsung hero della difesa Clippers, si è reso protagonista di difese memorabili contro diversi centri dominanti, tra i quali Embiid (W dal -24), Jokić (W dal -25!), e lo stesso Towns. Questa strategia difensiva sembra aver dato fastidio a KAT, che nelle tre partite in cui i Clippers hanno potuto schierare un roster presentabile si è limitato a soli 15.3 punti di media con 12.7 tiri e 2.3 assist.
Da quella mini-serie di tre partite sono passati diversi mesi, per cui non resta che vedere quali contromisure avrà in serbo Finch per far brillare la propria stella.
Un modo per liberare KAT da una marcatura così aggressiva è farlo giocare in movimento, sfruttando al massimo le sue skill da esterno puro: nel 2022, Towns è primo tra i centri – con ampio margine sul secondo – per penetrazioni a partita (8.9).
Il miglior lungo tiratore di sempre ha ironicamente ridotto il volume di triple e di post-up, decidendo di giocare in maniera molto più aggressiva e partendo in palleggio a otto metri dal canestro per poi concludere al ferro.
I lunghi faticano a stargli dietro e non possono staccarsi troppo per paura del tiro, le ali rischiano di essere troppo deboli fisicamente per contrastarlo efficacemente: sarà curioso vedere come risponderà Lue a eventuali contromisure di questo tipo.
3) Uno sguardo alle statistiche
– Triple wide open concesse: i Timberwolves ne hanno lasciate 18.4 a partita ai propri avversari durante la regular season, quarto dato peggiore della lega. Come già dettagliato in separata sede, la difesa di Minnesota tende a concederne molte sia per motivi strutturali sia per scelta.
I Clippers sono una squadra che crea poche triple aperte, ma che quando ci riesce le segna con il 41.8%, secondo miglior dato della lega. Sarà interessante capire che tipo di conclusioni riuscirà a ottenere l’attacco di Los Angeles, forte del ritorno di Paul George.
– FTr avversario: il free throw rate è la quantità di tiri liberi segnati ogni 100 tiri dal campo. Gli avversari dei Timberwolves hanno avuto un FTr di 22.8, secondo peggior dato della lega. Difendendo in maniera così aggressiva, Minnesota fatica a rimanere entro i confini del regolamento e tende a commettere parecchi falli.
Dal canto loro, anche il FTr dei Clippers è pessimo (17.6, quintultimi) e non riescono a trovare tanti punti facili dalla lunetta, una caratteristica che solitamente contraddistingue le grandi squadre. Per i Timberwolves sarà fondamentale evitare di ripetere quanto fatto nella sconfitta patita lo scorso 5 novembre, quando concessero ben 32 tiri liberi a Paul George e compagni.
– DREB%: la percentuale di rimbalzi difensivi catturati dalla squadra sulla totalità di quelli disponibili. I Clippers (70.6 DREB%) sono penultimi in tale categoria, poco meglio dei Brooklyn Nets: la compagine losangelina è riuscita a mantenere l’intensità difensiva ad alti livelli per tutta la stagione, ma ha sempre faticato nel limitare i rimbalzi offensivi avversari.
Come ripetuto diverse volte da Ty Lue, i primi a dover fare un miglior lavoro nel tagliafuori saranno gli esterni: ruotando dal lato debole dopo che il centro ha aiutato per contestare il tiro o, semplicemente, dovendo sopperire ai centimetri persi per l’utilizzo del quintetto piccolo.
Il rischio intrinseco della difesa con pre-raddoppi dei Clippers: quando parte il tiro Reggie non ha speranze a rimbalzo contro Vando, l’uomo di Zubac. Serviranno rotazioni super puntuali per limitare i possessi supplementari concessi ai T’Wolves. pic.twitter.com/Wk94AmMqJx
— Lorenzo Pasquali (@lory_pasquali) April 9, 2022
I Clippers sono trentesimi nella NBA per punti subiti a partita su seconde occasioni (15.1). I loro avversari, i Timberwolves, sono una delle squadre più pericolose da questo punto di vista. Tenere KAT, Vanderbilt & co. lontani dai tabelloni sarà uno dei punti principali del gameplan di LA.
– TOV%: la percentuale di possessi che terminano in una palla persa. Uno degli indizi più importanti per capire se PG – o Reggie – farà una buona partita è il numero delle palle perse. L’attenzione ai particolari, la fiducia nel proprio palleggio, il livello di affaticamento: sono tutti dettagli facilmente interpretabili grazie al numero delle palle perse dei due ball-handler principali dei Clippers.
D’altro canto, Minnesota è la seconda miglior squadra nella lega per TOV% avversaria (16.0%): forza molte palle perse, che converte nella maggior parte delle occasioni (prima per punti da palla persa avversaria e quarta per punti in contropiede).
Pronostici
Lorenzo Pasquali: Le tre partite di RS vinte con facilità dai Clippers sembrerebbero far pendere l’ago della bilancia a favore della squadra allenata da Ty Lue, ma va ricordato che quei confronti risalgono tutti alla prima metà di novembre, e in due di essi D’Lo ha guardato la gara dalla tribuna: esistono sicuramente margini di miglioramento per la compagine guidata da coach Flinch.
Al momento i bookmaker sembrano considerare Minnesota leggermente favorita nella prima sfida del play-in. Gli incontri di stagione regolare e le minacce la pressione interna del mio collega, però, mi impediscono di scrivere un pronostico sfavorevole per i Clippers.
Minnesota è sicuramente una squadra migliore rispetto a quella di inizio stagione; ma con il ritorno di George e Powell, e l’aggiunta di Covington, penso che i Clippers non entreranno al Target Center da sfavoriti, rendendo la partita almeno un 50/50.
Daniele Sorato: Lasciando da parte la scaramanzia spicciola, da cui ho cercato di dissuadere (con successo, a quanto pare) perfino il mio compagno di articolo, a mio parere i Timberwolves partono sfavoriti.
Per vincere dovranno cercare di mettere da parte la propria inesperienza e vendere cara la pelle, sperando che la dea della varianza al tiro gli sorrida; nonostante ciò, presumo che Minnesota uscirà sconfitta con una decina di punti di scarto e proverà ad accedere ai playoff nella partita successiva.
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