Arrivi: Ziaire Williams (#10 al draft 2021), Santi Aldama (#30 al draft 2021), Jarrett Culver (trade), Sam Merrill (trade), Daniel Oturu (trade), Carsen Edwards (trade), Kris Dunn (trade), Yves Pons (Exhibit 10).
Partenze: Jonas Valančiūnas (New Orleans Pelicans via trade), Justise Winslow (Los Angeles Clippers FA), Grayson Allen (Milwakuee Bucks via trade).
Depth Chart
PG: Ja Morant, Tyus Jones, Kris Dunn, Carsen Edwards
SG: Dillon Brooks, De’Anthony Melton, Desmond Bane, John Konchar, Sam Merrill
SF: Kyle Anderson, Ziaire Williams, Jarrett Culver
PF: Jaren Jackson Jr., Brandon Clarke, Xavier Tillman, Killian Tillie, Yves Pons, Daniel Oturu
C: Steven Adams, Santi Aldama
Recap stagione 20/21
Sono passati due anni da quando i Grizzlies hanno deciso di ricominciare tutto da zero, cedendo Mike Conley ai Jazz e puntando su Ja Morant come nuovo riferimento per il futuro. Era lecito attendersi due anni poveri in termini di risultati e invece qualche mese fa i Grizzlies hanno giocato addirittura una serie di playoff, conquistata dopo una stagione durissima per i motivi che tutti conosciamo: una squadra così giovane avrebbe potuto perdersi tra gli infortuni e il Covid, mentre i ragazzi di coach Jenkins sono riusciti a restare sul pezzo per tutta la Regular Season, per poi alzare l’asticella nel play in, avendo la meglio contro gli Spurs e i più quotati Warriors.
Dillon Brooks e Kyle Anderson hanno vissuto una stagione da protagonisti: il canadese si è affermato come uno dei migliori difensori sulla palla della lega, in grado di tenere testa ad attaccanti del calibro di DeRozan e Curry.
Slowmo, oltre a confermare la sua versatilità ed estrema intelligenza cestistica sui due lati del campo, è riuscito anche a trovare continuità nel tiro da fuori, concludendo la stagione con il 36% da tre su quasi 4 tentativi a partita.
La serie contro i Jazz, come era preventivabile, si è chiusa in 5 partite e ha messo in risalto i pregi e di difetti di questo roster: la sensazione è che alcune mosse dei Grizzlies siano andate nella direzione di colmare le lacune evidenziate, mentre altre rischiano di esasperarle ulteriormente.
I Grizzlies devono andare oltre Valančiūnas
Jonas Valančiūnas è stato per buona parte della Regular Season il miglior giocatore dei Grizzlies: nelle 38 vittorie stagionali ottenute c’è tanto del lituano, fondamentale in attacco con la sua capacità di aprire spazio ai compagni ed essere incisivo sotto canestro, e positivo anche in difesa.
Bisognerebbe aprire un capitolo sulla stagione di Valanciunas: per le prime 50-55 partite il miglior giocatore dei Grizzlies senza dubbio. E vi stupirà, è un fattore positivo anche in difesa. https://t.co/YFXEtCh1JW
— Francesco La Mura (@cicciolamura) May 11, 2021
Sono stati i playoff a mostrare i limiti di Valančiūnas: i Jazz hanno distrutto i Grizzlies martoriando lui e Morant nel pick&roll, sfruttando lo spazio lasciato dalla difesa drop del lituano segnando tante triple dal palleggio o riuscendo a trovare l’uomo libero sul perimetro facendo collassare la difesa dei Grizzlies in aiuto. La scelta di cederlo ad un anno dalla scadenza del contratto è assolutamente comprensibile: Valančiūnas non è il tipo di lungo che può coprire le spalle a Morant.
BREAKING: Memphis is finalizing a trade to send Jonas Valanciunas and 2021 Nos. 17 and 51 picks to New Orleans for Steven Adams, Eric Bledsoe, 2021 picks Nos. 10 and 40 and a protected 2022 first-round pick via the Lakers, sources tell ESPN.
— Adrian Wojnarowski (@wojespn) July 26, 2021
Lo stesso discorso in realtà vale anche per Steven Adams, anche se nella sua metà campo è un giocatore migliore del lituano: the Big Kiwi sarà un “corpaccione” utile per la Regular Season e può avere la stessa efficacia del lituano a rimbalzo ma in attacco, dove i Grizzlies già latitano, rappresenta un evidente downgrade, oltre ad essere sotto contratto per un anno in più. Questo avvicendamento nel ruolo di centro fa un po’ storcere il naso, nonostante abbia permesso a Memphis di salire al draft e ottenere un’altra prima scelta futura, perché rischia di peggiorare i Grizzlies nell’immediato. Tale rischio può essere scongiurato da Jaren Jackson Jr., nel caso in cui decida che, quella che inizierà tra qualche mese, possa essere la stagione della svolta, e in parte da Brandon Clarke, che ha la possibilità di tornare sui livelli del primo anno.
Brandon Clarke deve ritrovarsi
Il prodotto di Gonzaga ha vissuto un’annata tormentata dagli infortuni: è sembrato spesso sulle gambe, i suoi tiri sono iniziati ad entrare meno e anche la sua shooting form è sembrata molto peggiorata. Clarke è passato nel giro di un anno dall’essere un clamoroso plus offensivo a diventare un giocatore addirittura dannoso in certi momenti della stagione, finendo pian piano per uscire dalle rotazioni a discapito di Xavier Tillman. È necessario, ora che Valančiūnas non fa più parte dei Grizzlies, che Clarke torni ad essere quel rollante straordinario che era nel suo anno da rookie, in grado di chiudere sia al ferro che dai 3-4 metri con il suo formidabile floater .
Jaren Jackson Jr. deve prendersi i Grizzlies
I Grizzlies avranno gli occhi puntati sul rendimento del loro numero 13, il quale ha un talento indiscutibile ma che non si è ancora definitivamente materializzato: gli infortuni in questi primi 3 anni di NBA lo hanno limitato ad appena 126 partite in carriera. Jackson è dunque arrivato al momento in cui poter ricevere l’estensione contrattuale senza aver dimostrato a pieno le proprie capacità.
Questo potrebbe essere addirittura un vantaggio per i Grizzlies, nel caso in cui riuscissero a risparmiare qualcosina per poi ritrovarsi un giocatore che, dopo aver avuto finalmente un’offseason intera per lavorare, potrebbe esplodere e consacrarsi definitivamente; al tempo stesso potrebbe rappresentare bel macigno se invece JJJ avesse ancora problemi fisici. Jackson ha tutte le caratteristiche che si possono cercare in un lungo nel 2021: in attacco è in grado di aprire il campo (39.4% su oltre 6 triple tentate nella stagione 2019-20) e prima di infortunarsi nella bolla di Orlando aveva fatto vedere dei netti miglioramenti nella capacità di attaccare dal palleggio.
Jackson è rientrato dall’infortunio solo ad Aprile ma trasformato dal punto di vista fisico, cresciuto ulteriormente in altezza ed con un bel po’ di massa muscolare in più: l’obiettivo dei Grizzlies è quello di sviluppare Jaren da centro e in tal senso questa stagione è assolutamente fondamentale perché i Grizzlies devono capire se può essere il lungo ideale da affiancare a Ja Morant e se può esserlo per lungo tempo: le prospettive ci sono tutte ma è arrivata l’ora di dimostrarlo sul campo.
Considerando che Memphis è uno small market e non è detto che possa ritrovarsi tra le mani un talento come JJJ nei prossimi anni, un rinnovo a cifre inferiori al max potrebbe essere il compromesso giusto nell’immediato e pagare grossi dividendi in futuro.
Perchè i Grizzlies hanno scelto Ziaire Williams
Il futuro dei Grizzlies non dipende solo dalla crescita di Ja Morant e Jaren Jackson Jr. ma anche da quella di Ziaire Williams, che i Grizzlies hanno selezionato con la numero 10 ottenuta proprio nello scambio tra Valančiūnas e Adams. La scelta di Williams va un po’ in controtendenza con il modus operandi di Kleiman e soci degli ultimi due anni: i Grizzlies hanno sempre optato per giocatori dall’impatto immediato ma con un upside limitato come Clarke, Bane e Tillman. Ciò ha permesso alla squadra di coach Jenkins di essere più competitiva fin da subito ed era lecito pensare a Moses Moody come scelta ideale alla 10. Invece i Grizzlies hanno scelto di virare su un profilo, che pur fornendo meno certezze, dispone di un grande potenziale, come quello dell’ala proveniente da Stanford.
Williams, pur provenendo da una stagione collegiale non proprio eccezionale, ha uno skillset che lo rende molto intrigante, soprattutto in un contesto come quello dei Grizzlies, che non hanno un roster un giocatore capace di crearsi un tiro: Ziaire ha tutto il talento per diventare un grande attaccante, in quanto dispone anche di buone capacità di lettura e di passaggio.
Williams è un prospetto interessante anche in difesa: ha una grande rapidità di piedi che gli permette di difendere bene 1 vs 1 e mani veloci che lo possono rendere un fattore sulle linee di passaggio.
I think that Ziaire could be a good 1vs1 defender from day one: he is long and he has a good lateral quickness . At the same time, he is too skinny to defend well through the screens.
— Francesco La Mura (@cicciolamura) August 10, 2021
Quello che potrà fare la differenza nello sviluppo di Ziaire è la crescita fisica e atletica: Williams pesa appena 85 kg, è piuttosto leggero per gli standard NBA e potrebbe avere grossi problemi nel finire al ferro, passare sui blocchi e difendere contro giocatori molto forti fisicamente. I Grizzlies hanno dimostrato in quest’ultimo periodo di riuscire a tirare fuori il meglio da ogni giocatore e c’è da essere fiduciosi sul fatto che possano riuscirci anche con Williams: in tal caso Memphis potrebbe ritrovarsi tra le mani la terza stella da affiancare a Morant e Jackson. I Grizzlies avevano un disperato bisogno di upside, per cercare di alzare le possibilità di crescita sul lungo periodo e Williams, nel range in cui è stato selezionato, era probabilmente la miglior scelta possibile.
L’offseason dei Grizzlies
Dopo lo scambio con i Pelicans, i Grizzlies hanno finalizzato una serie di scambi che fortunatamente su Twitter hanno riassunto in maniera originale:
Legendary pic.twitter.com/HwTx7DVYe5
— Fastbreak Breakfast (@fastbreakbreak) September 3, 2021
Alla fine della fiera i Grizzlies, da questo loop di scambi, che ad un certo punto sembrava infinito, hanno ottenuto Jarrett Culver, scaricato da Minnesota dopo due stagioni molto deludenti. La sesta scelta assoluta del draft 2018 va ad occupare lo slot lasciato libero da Justise Winslow, scommessa che i Grizzlies non sono riusciti a vincere e hanno lasciato andare via. È difficile prevedere quali siano i piani dei Grizzlies per Culver: il reparto guardie-ali è già coperto dai vari Brooks, Melton, Bane, Kyle Anderson e Williams e almeno inizialmente sarà difficile vederlo in campo, anche perché ad oggi è un giocatore dannoso in attacco (60% ai liberi e il 24.5% da tre). I Grizzlies inoltre hanno bisogno disperato di tiro e Culver non può essere certo il sostituto di Grayson Allen, che è stato ceduto ai Bucks in cambio di due seconde e Sam Merrill, anche lui ad un anno dalla scadenza del contratto.
Le rotazioni
Lo starting five di coach Jenkins dovrebbe essere quindi composto da Morant, Brooks, Anderson, Jaren Jackson Jr. e Steven Adams, mentre dalla panchina dovrebbero uscire Tyus Jones, Melton, Bane, Williams, Tillman e Clarke. Il centro neozelandese sembra destinato ad avere meno minuti di Valančiūnas, con coach Jenkins che potrebbe essere orientato a giocare tanto con Jackson da 5 insieme a Tillman e Clarke.
Per ovviare alla mancanza di tiratori, l’allenatore texano potrebbe coinvolgere nelle rotazioni anche Killian Tillie e proprio Merrill, anche se quest’ultimo non ha ancora garantito il posto a roster. Di tanto in tanto si vedrà in campo anche il buon John Konchar, che ha sempre risposto presente quando si è trattato di colmare un buco nella rotazione, e Santi Aldama, lungo spagnolo proveniente da Loyola e selezionato con la trentesima scelta, che però ha tutte le sembianze del progetto a lungo termine.
Cosa aspettarsi da questa stagione
I Grizzlies entrano in questa stagione con meno certezze rispetto all’anno scorso: la perdita di Valančiūnas nel breve periodo può essere pesante, Adams peggiora ulteriormente l’attacco e Williams potrebbe non avere un impatto immediato. Il roster, nei primi 10-11 elementi, vede solo Bane tra gli esterni come tiratore affidabile e di volume: la perdita di Allen, in tal senso, potrebbe incidere più di quanto il valore assoluto del giocatore lasci pensare.
La sensazione è che questa potrebbe anche essere una stagione di transizione per Memphis: il sistema di coach Jenkins ha dimostrato di riuscire a performare in Regular Season nonostante tutte le avversità che i Grizzlies hanno dovuto fronteggiare durante l’ultima annata ma le mosse del front office sembrano aver indebolito la squadra nell’immediato in favore del futuro; forse, nell’anno in cui va fatta una scelta su futuro di Jaren Jackson, sarebbe stato necessario avere a disposizione un contesto più pronto. È chiaro che, al tempo stesso, il Morant visto al play in e nella serie contro i Jazz può trascinare nuovamente i Grizzlies ai playoff, nonostante tutto. Senza dimenticare che il numero 12 potrebbe essere anche una versione migliore del giocatore ammirato tra Aprile e Maggio: in questo scenario, dovesse essere supportato finalmente a dovere da JJJ e perché no, anche da uno Ziaire Williams che si dimostra più pronto del previsto, tutte le preoccupazioni che ho elencato potrebbero essere smentite e i Grizzlies avrebbero tutte le carte in regola per fare addirittura meglio dello scorso anno, scavallando le 40 vittorie e giocandosi ancora una volta un posto per i playoff.
In caso contrario, i Grizzlies potrebbero raggiungere a fatica l’ultimo posto disponibile per il play in ma a quel punto accedere alla postseson potrebbe essere molto complicato e potrebbero emergere alcuni dubbi su coloro i quali i Grizzlies hanno scelto come elementi chiave per tornare a puntare in alto.
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