Partenze: Al Horford (Boston Celtics), Kemba Walker (New York Knicks)
Arrivi: Josh Giddey (#6 al draft 2021), Tre Mann (#18 al draft 2021), Jeremiah Robinson-Earl (#34 al draft 2021), Aaron Wiggins (#55 al draft 2021), Paul Watson Jr. (two-way contract)
Depth Chart
G: Shai Gilgeous-Alexander (S), Luguentz Dort (S), Tre Mann, Ty Jerome, Theo Maledon, Aaron Wiggins (TW)
F: Josh Giddey (S), Darius Bazley (S), Vit Krejčí, Isaiah Roby, Kenrich Williams, Charlie Brown Jr., Jaylen Hoard, Gabriel Deck, Paul Watson Jr. (TW)
C: Aleksej Pokuševski (S), Jeremiah Robinson-Earl, Derrick Favors, Mike Muscala
Dopo una decade all’insegna dei playoff, interrotta solo dalla sfortunata annata 2014-2015, i Thunder sono rimasti nettamente fuori dalla postseason 2021. Questo perché il ciclo apertosi con le selezioni di Durant, Westbrook e Harden era ampiamente terminato, e il general manager Presti ha scelto di accumulare un quantitativo enorme di scelte al draft, smantellando la squadra.
La conseguenza è stata una colonna delle sconfitte nettamente più piena di quella delle vittorie, e pur con il 75% di possibilità di ottenere una scelta in top 5, i Thunder si sono dovuti accontentare del loro secondo peggior scenario possibile, con le scelte 6 e 18. L’offseason non è stata ricca di fuochi d’artificio, anche perché di giocatori da cedere ne erano rimasti pochissimi. E così Sam Presti ha cominciato a ricostruire la squadra come si fa di consueto in questi casi, cioè dal draft. Non mi dilungherò sulla notte del draft e sulla free agency, perché ne ho già scritto e parlato.
La stagione 2021-22 è sempre più vicina, e promette di essere molto interessante per i Thunder. Per cui lanciamoci insieme ad esplorare il roster e le possibili rotazioni.
Le rotazioni di Daigneault
I più attenti di voi si saranno accorti che ci sono due nomi in più rispetto ai 17 consentiti, ma questo è assolutamente normale, visto che le scremature vengono fatte dopo il training camp. Avrete anche notato che ho inserito Aleksej Pokuševski tra i centri della squadra e che l’ho inserito come titolare. Ora, premetto che non ho la depth chart di coach Daigneault, ma ho provato a fare delle ipotesi. Non sono certo che il quintetto che vedete inizierà le partite, sono abbastanza fiducioso però che potremo vederlo in campo per parecchi minuti. Tralasciando le certezze come Shai e Dort, secondo me ci sono 4 persone per 3 posti in campo. Visto l’investimento di una pick alta come la numero 6 per Josh Giddey, mi aspetto un grande coinvolgimento per l’australiano, e che inizi le partite. Un discorso simile devo farlo anche per Pokuševski.
I Thunder puntano moltissimo sul serbo, che non ha giocato in Summer League per potersi migliorare fisicamente. Data la sua lunghezza di braccia e il suo tempismo per la stoppata, non è fondamentale che metta su un quantitativo esagerato di massa e in un’estate non diventerà grosso come Howard. Tuttavia, se anche solo fosse riuscito a mettere quei 5 chili di muscoli e fosse più stabile nella parte inferiore del corpo, la qualità del suo gioco ne beneficerebbe enormemente. Per questo motivo, prevedo circa 30 minuti a gara per Poku, che vedo come starter. Se però non sarà pronto a giocare da 5, il più relegabile in panchina degli altri secondo me è Darius Bazley. L’ala al terzo anno ha entusiasmato poco durante la scorsa stagione, e la sua strana forma di tiro non lo rende in grado di creare spaziature. Siccome non sembra nemmeno adatto a giocare da 5, è possibile che Daigneault voglia a dare a Shai un partner classico per il pick-and-roll, ed allora il quinto nome sarebbe Derrick Favors.
Sono tuttavia convinto che il quintetto da me indicato sarebbe innovativo e divertente da vedere, con 5 giocatori capaci di mettere palla a terra e di vedere bene i compagni. Chiaramente il problema sarebbero le spaziature. Dei 5, ad oggi, solo Shai è un tiratore affidabile. Dort potrebbe migliorare ancora e assestarsi attorno a un 36-37% dall’arco. Sarei però troppo ottimista ad aspettarmi che Poku, Giddey e Bazley diventino contemporaneamente tiratori di livello NBA. E non perché questo non sia possibile, ma perché è estremamente improbabile.
In realtà, la meccanica di Aleksej è molto ripetibile, il rilascio è veloce e l’impressione era che mancassero un paio di accorgimenti nella parte inferiore del corpo. Il caricamento del tiro non era sempre ottimale anche e soprattutto per la mancanza di forza del serbo. Quanto a Giddey, in Australia non ha entusiasmato nel tiro dall’arco, ma ha lavorato sulla sua forma nei mesi precedenti al draft, correggendola. Per Darius Bazley devo sospendere il giudizio. Ha detto di aver lavorato molto tecnicamente sulle conclusioni dalla distanza, e sarei la persona più felice del mondo se tirasse col 40% da tre. Tuttavia, la sua tendenza a concludere di mano destra quando tira con la sinistra mi fa pensare che forse Bazley tira con la mano sbagliata, e non sarebbe molto incoraggiante.
Detti 6 nomi che quasi certamente avranno minuti, credo che Maledon e Jerome si divideranno il backcourt dalla panchina. Ci sarebbe anche il rookie Tre Mann, miglior tiratore a roster dopo Jerome già da adesso, ma la guardia in uscita da Florida dovrà sudarsi l’ingresso in campo e dimostrare di essere pronto, magari cominciando dalla G League, in cui sicuramente vedremo Wiggins. La competizione tra i tre potrebbe portarli a una crescita genuina, e c’è la possibilità che uno dei tre diventi uno degli 8 giocatori finali di una contender. Ad oggi però, non metterei la mano sul fuoco per nessuno, e sono curioso di vedere se prevarrà l’esperienza di Jerome, la calma di Maledon, o gli stepback da 10 metri di Tre Mann.
Sulle ali la situazione è differente: l’unica certezza è Kenrich Williams, vero glue guy della squadra, utile in qualunque contesto e con qualunque compagno. Dopodiché abbiamo una serie di giocatori che sono un misto tra il curioso e il preoccupante. Jaylen Hoard e Brown Jr. hanno contribuito al tanking di fine stagione 2021, e per quanto possa sforzarmi, non li ritengo giocatori a livello NBA.
Paul Watson jr., two-way contract, potrebbe essere una pescata brillante come Kenrich Williams o una scommessa indolore. Sembra avere potenziale come tiratore, e ai Thunder quei giocatori servono, per cui può avere spazio anche a 27 anni. Gabriel Deck ha dimostrato sempre grande effort e IQ cestistico, ma non sa tirare, e il suo gioco dal post è superato per la NBA moderna. Tuttavia, ha un contratto con i Thunder parzialmente garantito e lo abbiamo visto per appena dieci partite. Comprensibilmente darà tutto per dimostrare il suo valore al traning camp.
Quanto a Isaiah Roby, i flash brillanti dell’ex Nebraska molto spesso sono stati accompagnati anche da un’immaturità cestistica importante. Roby deve diventare costante a certi livelli per ambire a uno spot nella lega, e l’impressione è che sia già all’ultima chiamata. Il nome più interessante e curioso è pertanto quello di Vit Krejčí. Il cieco, selezionato dai Wizards con la #37 nel 2020, è arrivato ai Thunder tramite uno scambio aggressivo di Presti. Per molti tuttavia è sembrata una follia scegliere Krejčí, perché si era da poco rotto il legamento crociato. Dopo un anno di stop e riabilitazione, da pochi giorni il cieco ha l’autorizzazione a giocare 5vs5. Non l’abbiamo visto in Summer League, e i filmati più recenti sono degli spezzoni in Spagna.
Vit Krejci is an intriguing prospect. I think he is a little bit out of control, but his size, his feel and his energy are all over the court. I'm excited to see him play pic.twitter.com/iMLLQjjbuu
— Francesco Contran (@FraContran) September 15, 2021
Vit è una guardia di 208 cm, con una wingspan notevole, ottime capacità di mettere il pallone per terra e di servire i compagni e un feel for the game innato. Non dovreste essere stupiti dalla sua selezione da parte di Presti, che lo ha firmato con un quadriennale, con un primo anno garantito, un secondo parzialmente, e una team option per i successivi due. Sembra la classica scommessa che ha possibilità di farcela nella lega, ma a cui va dato tempo. In spagna si è comportato da energy guy, devastante in transizione e sempre al massimo dell’intensità. In NBA dovrà ritrovare il ritmo partita e giocare maggiormente in controllo.
Se le qualità fisiche e tecniche sono interessantissime, bisognerà avere pazienza e capire se Vit potrà essere un giocatore produttivo. Il tutto dipende da come rientrerà a livello atletico dall’infortunio e dal suo tiro dall’arco. Se le percentuali fin qui non sono state malvagie, la forma di tiro è strana: Krejčí salta moltissimo in avanti quando tira, sbilanciandosi. A sentire lui ha lavorato molto sul fondamentale in questione, e la speranza è che abbia apportato gli accorgimenti tecnici. Certo è che per vederlo e, almeno inizialmente, occorrerà sintonizzarsi per i Blue.
Quanto ai centri, oltre a Pokuševski e a un lungo moderno ma tradizionale come Favors abbiamo Mike Muscala, ottimo tiratore che può allargare il campo per Shai. Il centro è rimasto ai Thunder, innamorato della franchigia, e sarà un mentore anche per Jeremiah Robinson-Earl. Il rookie in uscita da Villanova è sottodimensionato per il ruolo, ma può sopperire con un gran tempismo e un eccellente IQ cestistico. Non è però un grande atleta, e benché abbia potenziale come tiratore al college si è appena intravisto cosa possa fare dalla distanza. Sembra difficile che fallisca, ma pare altrettanto complicato pensare che diventerà uno starter a tempo pieno per una squadra competitiva. Ricavarne un role player sarebbe già soddisfacente.
L’uomo da tenere d’occhio: Aleksej Pokuševski
Sebbene nei Thunder ci siano molti spunti interessanti, primo tra tutti la probabile stagione da All Star di Gilgeous-Alexander, l’uomo sotto i riflettori sarà il serbo. Poku è reduce da una stagione da rookie disastrosa prima della bolla in G League, positiva e quasi esaltante al suo ritorno da Orlando.
Non esistono molti giocatori di sette piedi in grado di fare col pallone quello che fa il giovane Thunder. Può tirare da dieci metri, portare palla fino a sotto il ferro, inventarsi pazzeschi passaggi in no look, imbarazzare il centro che lo difende. Da quella altezza vede qualunque linea di passaggio, e con la tecnica di cui è dotato può di fatto compiere ogni lettura. In difesa non è un atleta d’élite, ma muove bene i piedi e sfrutta la sua wingspan di oltre 220cm per stoppare i tiri, quasi senza saltare. Sembra che io stia descrivendo un All Star, o forse anche qualcosa di più.
Il problema è che se guardiamo alle statistiche complessive dell’anno siamo a 8.3+4.7+2.2 assist, con 0.9 stoppate a gara e gli split di tiro di 34.1/28/73.8. Sostanzialmente, ciò significa che il serbo è estremamente acerbo ed incostante. Ed è un problema che è tollerabile, considerato che è il giocatore più giovane della lega, inesperto a questi livelli.
Nell’annata precedente aveva praticamente giocato solamente in A2 greca. Di fatto, quindi, Pokuševski è stato buttato nella mischia, ma una volta acquisita l’esperienza in G League è tornato in NBA dimostrando di poterci stare. Un miglioramento durante l’anno in corso è cosa abbastanza comune, un miglioramento di questo calibro no. Ed è vero che Poku partiva da una base piuttosto bassa, ma comunque è bastata un po’ di fiducia perché si trasformasse in uno dei giovani più interessanti della lega. E con un offseason sulle spalle in cui lavorare sul suo gioco, la curiosità è moltissima.
Obiettivi e pronostico
L’obiettivo di OKC è di innalzare il valore del roster e ricavare sempre più uomini pronti per la NBA. In altre parole, sviluppare i giovani cercando di mantenere un contesto competitivo. Con un Shai Gilgeous-Alexander ai livelli dello scorso anno, o anche migliore, è impensabile che questa squadra, seppur debole, sia la peggiore nella lega. A Ovest c’è n’è almeno una peggiore, a Est almeno due. Per questo motivo io penso che vedremo OKC lottare per i play-in e rimanere in quella posizione fino all’All Star Break. Se Shai è a livello All Star allora deve poter guidare una squadra a quel tipo di classifica.
Credo però che dopo la pausa verrà dato spazio maggiormente ai giovani che si saranno visti di meno, sacrificando l’ipotesi improbabile del play-in per far accumulare esperienza ai giovanissimi e aumentare il numero di sconfitte e le possibilità di avere una buona pick al prossimo draft. Insomma, i Thunder non saranno troppo diversi da quelli che abbiamo già visto, ma sarebbe presuntuoso aspettarsi il contrario.
Questo non è un roster da playoff ad oggi, potrebbe esserlo tra tre o quattro anni, e per allora sarà fondamentale aver trovato un giocatore franchigia, cioè uno dei migliori dieci della lega, o arrivare al titolo sarà impossibile. Potrà essere Shai quel giocatore? Non sembra probabile, ma non è impossibile. Capiremo molto nella stagione che sta per cominciare, che potrebbe essere molto interessante.
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