Dal marzo 1997, quando Cristopher “Biggie Smalls” Wallace trova la morte a causa di quattro colpi di 9 mm al torace in un’improvvida tappa in California per promuovere il suo prossimo disco, l’NBA ha preso il posto del rap game come principale rappresentante del confronto tra East e West Coast nella cultura popolare.
Cambia il terreno di confronto, ma la voglia di paragonare i due estremi orizzontali degli Stati Uniti rimane.
È un confronto che ha ben poco a che fare con l’effettivo funzionamento della Lega, essendo niente di più che un modo per dividere le franchigie, per di più neanche troppo rigoroso (un abbraccio a tutti i quasi-OCD disturbati dalla presenza di Memphis ad ovest, i feel you), eppure viene fatto ogni anno, stagione dopo stagione.
Per questo motivo, True Shooting non poteva esimersi dal dire la sua.
Purtroppo per voi, lo farà attraverso di me, una persona che ha effettivamente creato la playlist “30/30 East-West *basketball emoji* *fire emoji*(X2) sul suo spotify, con 15 canzoni per costa, convinto che lo potesse realmente aiutare nella scrittura di questo articolo. C’è il link, così se siete strani come me potete ascoltare qualcosina mentre leggete.
Ma state tranquilli, nonostante mi conosciate per articoli molto meno seri, in quanto autore su questo sito ho comunque l’obbligo contrattuale di riportare un determinato quantitativo di dati statistici e, cosa più importante, di costruire tiers per ogni articolo che scrivo, quindi cercherò di offrire la tipologia di contenuti di qualità per la quale ci leggete e amate (sto già in ansia).
Parlando in senso generale, l’idea è quella di una western Conference più talentuosa al punto che, negli anni, è nato il termine Leastern Conference (riportato dal sempiterno urban dictionary).
I dati degli ultimi 5 anni sembrano confermare questa sensazione. Non solo il conteggio dei titoli è a suo favore (3-2 ovest), ma anche un confronto sui record nelle stagioni regolari è a favore dell’Ovest, sia ai livelli più alti della competizione sia quelli più bassi.
Trovo che la fascia competitiva bassa (definiamo così quelle squadre che, pur non avendo la certezza di un posto ai PO, competono per lunghi periodi della stagione nel tentativo di agguantarli) sia importante per definire il livello di una conference, perché aiuta a sgonfiare eventuali record molto alti ma condizionati da un’alta quantità di squadre poco competitive.
Per questo motivo, ho cercato di inserirle nel prossimo confronto statistico, creato da me scorrendo le classifiche degli ultimi cinque anni e segnando con una X ogni squadra che possedeva il dato che mi interessava (capite dunque la raffinatezza dell’algoritmo).
Iniziamo (che già mi arrivano messaggi minatori dai capi).
Sono state 15 le stagioni regolari da 50+ vittorie (con 3 da almeno 60) ad ovest contro le 12 (una sola da 60) dell’est.
Allo stesso modo, ad est ci sono state 6 squadre con un record pari o inferiore al 50% che si sono qualificate nelle prime 8, solo due ad ovest, dove invece ci sono state tre squadre con un record positivo escluse dalle “vecchie” qualificazioni ai playoff.
Andando più specificatamente sulla scorsa stagione, il record cumulato tra le conferenze è a favore dell’ovest, 242-208. Comprensibilmente, troviamo anche che più squadre dell’ovest hanno avuto ottimi record contro la eastern conference. Infatti, da una parte troviamo ben cinque squadre con almeno 20 vittorie sulle 30 disputate contro la conference rivale (i Jazz ne hanno vinto 24, poi Suns, Nuggets e Mavs con 21 e infine i Clippers con 20), dall’altra solo i Nets hanno raggiunto lo stesso risultato (22-8). Non solo, se ad est il 17-13 degli Hawks è il quarto miglior record, ad ovest questo corrisponderebbe all’ottavo/nono, pari merito con i Lakers.
Passiamo ad osservare la nuova stagione, dove tenteremo di soddisfare l’altro obbligo contrattuale, il tiering.
In onore del mio podcast di basket preferito (che non fa assolutamente parte dell’ecosistema True Shooting, non seguo assolutamente da anni e nel quale non ho assolutamente un ruolo), i nomi dei tiers immotivatamente lunghi.
PRIMO TIER: SQUADRE DA NON CONSIDERARE IN UN ARTICOLO DEL GENERE PERCHÉ NON FANNO EFFETTIVAMENTE PARTE DELLA COMPETIZIONE (ma le mettiamo per completezza):
-EST: Detroit Pistons, Toronto Raptors, Cleveland Cavaliers, Orlando Magic
-OVEST: Minnesota Timberwolves, Houston Rockets, Oklahoma City Thunder, Sacramento Kings
Sostanziale parità qui, ed è buono perché ragionando “in vitro” possiamo considerare i record delle squadre competitive ugualmente inflazionate da squadre cuscinetto.
L’unico mio interrogativo, se consideriamo l’ovest molto più forte dell’est, è come si comporterebbero le squadre in un eventuale cambio di conference. In particolare i Kings, che sembrano i più vicini ad entrare nel tier successivo e che forse godrebbero di una miglior considerazione se giocassero nella conference “debole”.
SECONDO TIER: MASSA INFORME DI SQUADRE CHE VA DA QUELLE CHE POTREBBERO COME NON POTREBBERO FARE I PLAYOFF A QUELLE CHE FARANNO ANCHE UN’OTTIMA REGULAR SEASON SENZA PERÒ AVERE PRETESE DI GRANDI PLAYOFF. INSOMMA, SQUADRE CHE CONSIDERANO UNA QUALIFICAZIONE AI PO PIÚ IMPORTANTE DI UNA BUONA SCELTA AL DRAFT
-EST: Chicago Bulls, Washington Wizards, Charlotte Hornets, Indiana Pacers, Boston Celtics, New York Knicks, Miami Heat
-OVEST: Memphis Grizzlies, New Orleans Pelicans, San Antonio Spurs, Golden State Warriors, Portland Trail Blazers
Qua le cose iniziano a diversificarsi un po’. Se è vero che numericamente ci siamo, è anche vero che le squadre inserite tendono ad essere agli estremi opposti dello spettro e c’è in effetti una differenza sostanziale di talento. Di fatto in due squadre della Western Conference, GS e Blazers, abbiamo giocatori capaci di mettere stagioni valide per l’MVP in sistemi sicuramente rodati, indipendentemente dalla quantità di talento a roster.
Indiana, Chicago, Charlotte e Washington, infatti, certamente lotteranno tutta la stagione per ottenere il piazzamento più alto possibile, ma non è assolutamente garantito che faranno una stagione positiva. Ci sono anzi buone possibilità che almeno due di loro concluderanno la regular season con un record molto deludente (Indiana e Washington, se volete i miei due nomi). D’altro canto, tutte le squadre ad ovest sembrano ad un punto più avanzato, se perderanno l’accesso ai playoff (cosa matematicamente molto probabile per almeno due delle squadre nominate) è probabile che sia più per la qualità generale della conference molto elevata che per mancanze della squadra in sé.
TERZO TIER: SQUADRE CHE SICURAMENTE FARANNO UN’OTTIMA REGULAR SEASON E DEI BUONI PLAYOFF E LE CUI PRETESE SI FERMANO EFFETTIVAMENTE LÀ
-EST: Atlanta Hawks, Philadelphia 76ers
-OVEST: Phoenix Suns, Dallas Mavericks, Utah Jazz, Denver Nuggets
Ecco dove cambia la situazione. Il piccolo gap a favore dell’est nel tier precedente viene recuperato qui, nel gruppo che forse più definisce il livello di una conference in regular season. Per fare un confronto, ad est abbiamo la prima in classifica della scorsa stagione, i Sixers, mentre ad ovest abbiamo sì la prima, Utah, ma anche la quinta, i Mavericks.
QUARTO TIER: CONTENDERS DICHIARATE (sì questo ha il nome corto)
– EST: Milwaukee Bucks, Brooklyn Nets
– OVEST: Los Angeles Clippers, Los Angeles Lakers
Nonostante abbia continuamente definito la Western Conference più talentuosa, credo che il titolo 2021-22 si affaccerà sull’Atlantico.
Sono stato un po’ indeciso con i Lakers, che volevo mettere nel tier precedente (ma questo vale anche per i Sixers in caso l’inevitabile trade di Simmons si riveli positiva), è anche vero che i Clippers sembrano concedere più di un passo ad entrambe le contenders dell’est.
I Bucks sono i campioni in carica e abbiamo appena visto disputare al loro MVP una delle serie di Finals più dominante della storia recente. Se il livello della squadra rimane comparabile, è d’obbligo inserirli in questo gruppo. In aggiunta, i playoff appena passati hanno, se possibile, reso ancora più alte le aspettative sulle possibilità dei Nets con il cerbero in campo stabilmente, dopo aver portato proprio i Bucks fino a gara 7 nonostante Irving out e Harden a mezzo servizio.
Il vantaggio della eastern conference in quest’ultimo raggruppamento, il più importante, deve spingerci a pensare a come possa variare il concetto di “migliore”.
Qual è la miglior conference? Quella con il livello medio più alto o quella in cui giocano più squadre con alte possibilità di vincere il premio finale?
La risposta, specie in una competizione così complessa e articolata come l’NBA, dove il passaggio da un livello all’altro è tanto difficile quanto frutto di differenze spesso minime, è particolarmente difficile e io, nel dubbio la lascio a voi anche perché io ho esaurito i miei obblighi, non ho punizioni da temere e la playlist sta passando The City di Anderson .Paak, sarebbe un peccato disturbare una vibe così immacolata.
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