Una tra le cose che più mi piace studiare di un giocatore è la sua forma di tiro. Specialmente quando si tratta di un cattivo tiratore, diventa interessante capire cosa l’atleta dovrebbe fare per migliorare, e quali meccanismi potrebbe modificare per aumentare il suo rendimento. Ho deciso quindi di portarvi degli esempi del modo in cui alcuni giocatori tirano dalla lunga distanza, di come hanno fatto progressi nel corso della loro carriera ed in cosa possono ancora migliorare.
In questo articolo mi concentrerò su 5 prospetti che potrebbero entrare nella lega a partire da questo draft, per la stagione 2021/22. Ognuno di questi giocatori ha una forma di tiro diversa: per alcuni è semplicemente non ortodossa, per altri servirà tanto lavoro in palestra per garantirsi una carriera in NBA. Mi baserò soprattutto sulla forma di tiro da tre punti, dato che è la più ripetibile e meno condizionata da elementi esterni. Bando alle ciance, iniziamo!
Sharife Cooper (23% da 3 su 5 tentativi a partita, 82% ai liberi)
Quando ci basiamo sulle statistiche come punto di partenza dell’analisi di un tiratore, attenzione a considerare la percentuale ai tiri liberi: una percentuale alta indica che il giocatore ha tocco, sensibilità nella mano/dita e capacità ad adattare la forza impressa al pallone rispetto alla distanza. Un buon tiratore tirerà bene indipendentemente dalla distanza.
Nonostante una buona percentuale di conversione dei tiri liberi, Sharife Cooper, ad oggi, non è un buon tiratore da lontano. Come ipotizzato su The ANDone Podcast, la differenza di efficienza tra triple e liberi è spiegabile dal fatto che Sharife ha probabilmente dominato a livello liceale grazie alle proprie doti atletiche, e semplicemente non ha mai avuto granché bisogno di lavorare sul tiro dalla distanza. Se due indizi fanno una prova, la sua forma di tiro è estremamente forzata e meccanica, come se avesse iniziato a tirare da lontano solo recentemente.
Cooper, come tante guardie piccole di statura al giorno d’oggi, ha un one motion shot: esegue un movimento fluido, senza pause, da quando raccoglie la palla a quando la lascia partire dalle mani. Lo one motion shot permette di rilasciare il pallone più rapidamente e richiede meno energia per generare la forza necessaria a far arrivare la palla a canestro.
La migliore forma di tiro è quella più pulita e più ripetibile: per essere un tiratore efficiente ad alti livelli, bisogna togliere il maggior numero possibile di variabili nella forma di tiro. L’acronimo K.I.S.S. inglese (Keep it simple, stupid) è molto valido, come in tanti altri aspetti della vita.
Sharife però si complica la vita con una forma di tiro che, invece che togliere, aggiunge variabili all’esito del suo tiro.
Analizzando frame per frame da sinistra a destra, possiamo notare che l’allineamento testa/spalle/ginocchia è buono, ma Sharife sposta la spalla destra un po’ in avanti. Non un problema in sé, se non fosse che per farlo piega il ginocchio destro verso l’interno, compromettendo l’equilibrio e la trasmissione della forza dalle gambe. Nel secondo frame, la caratteristica principale di Sharife appare: piega la testa di lato. Provate a tirare a canestro piegando la testa e ditemi se la mira migliora o peggiora.
Nel terzo fotogramma un errore tanto, troppo comune secondo me. Il giocatore solleva la palla come se fosse un vaso di fiori: questo comporta che la spalla, il gomito ed il polso debbano compensare ruotando tanto alla fine del movimento, aggiungendo altre variabili biomeccaniche.
Nell’ultimo fotogramma notiamo un’altra conseguenza del suo caricamento atipico: quando lancia la palla, vede il canestro solo con l’occhio sinistro, che non è il suo occhio dominante (dato che carica la palla sul lato destro della fronte). Se un difensore gli fa ciao ciao con la manina sul lato sinistro del volto, Sharife è cieco al momento del tiro.
Se giriamo l’asse e guardiamo Cooper dal lato, le cose non migliorano: l’angolo formato da gomito e avanbraccio, da manuale, è di 60°-90°, il che permette di non disperdere la forza generata dalle gambe. I tiri in one motion richiedono spesso una modifica dell’angolo per renderlo più acuto, ma qui siamo chiaramente a 45° di angolazione, la famigerata catapulta. Notiamo inoltre che, caricando la palla sul lato destro della fronte e sollevandola con le due mani come un vaso di fiori, Sharife ha il palmo della mano a contatto con la palla, e non le dita, riducendo la sensibilità al momento del rilascio.
Ai liberi, in una situazione controllata, il buon tocco che ha gli garantisce una buona percentuale. Ma appena ha bisogno di generare più forza per un tiro da lontano, è la sagra del disequilibrio.
Cameron Thomas (32% da 3 su 7 tentativi a partita, 88% ai liberi)
Altro tiratore ottimo ai liberi, ma molto meno efficace da lontano. Cam Thomas mi piace, ha un tiro romantico, un vero Jumpshot, dato che questo quando tira salta davvero. Una bella estensione del braccio, un movimento che ritengo bello da guardare. Il problema, soprattutto quando andrà al livello superiore, sta nella strada che la palla deve percorrere dal gather point (punto di raccolta) al set point (punto di rilascio).
Cam solleva la palla nella stragrande maggioranza delle volte dal lato sinistro. Questo significa che, in quanto difensore, ho due modi estremamente semplici per disturbarlo: mandarlo verso destra, obbligandolo a perdere tempo ed andare fuori ritmo per rimettere la palla in posizione di tiro.
Se io fossi un difensore NBA scaltro, basterebbe mettere la mano nel segmento rosso del secondo frame per disturbare tutto il caricamento di Thomas ed obbligarlo a tirare in un modo in cui non è abituato.
Piccolo bonus: la posizione degli avanbracci nell’ultimo frame comporta che, anche qui, la rotazione compensatoria di spalla, gomito e polso sia grande. Dispersione della forza e tutta fatica in più.
James Bouknight (29% da 3 su 5 tentativi, 78% ai liberi)
Oggetto di misteriose chat notturne con il nostro Francesco Semprucci, c’è una fortissima probabilità che James Bouknight sarà per il sottoscritto un ennesimo colpo al cuore, un Malik Monk 2 o un J.R. Smith 3. Quel giocatore che può contemporaneamente vincere la gara delle schiacciate e partecipare al three point contest… Ok, su questo secondo punto dovremo riparlarne, ma guardate qua cosa fa sto matto:
Se fate attenzione nella parte del video che tratta del suo potenziale come tiratore, noterete anche voi una curiosità parecchio strana e molto controintuitiva: Bouknight spesso, quando tira, non ha i piedi paralleli.
Non è fondamentale che i piedi del tiratore guardino verso il canestro. In fin dei conti, tiriamo con un solo braccio, è quindi normale che il corpo ruoti leggermente per portare in avanti il braccio forte e spingere meglio la palla. Però è fondamentale, per garantire equilibrio e trasmissione della forza, che i due piedi siano paralleli! Bouknight no, non gli va.
Vi invito ad andare al campetto e provare a tirare con i piedi storti come il buon James. Volendo andare a cercare il pelo nell’uovo, rilascia la palla non all’apice del salto, ma un attimo dopo quando sta iniziando a ricadere, il che comporta che il maggior lavoro di spinta lo faccia il braccio e non le gambe, con il rischio che avanzando nel match la fatica abbia la meglio su di lui.
Ci sono buone notizie, dato che in questo video di un mese fa, i piedi sono ben posizionati. Tirare contro 0 avversari in una palestra in estate permette di essere più preciso e composto che durante una gara, ma non mi stupirebbe vedere un miglioramento delle sue percentuali. Ma forse è il cuore che parla.
Corey Kispert (44% da 3 su 6.5 tentativi, 88% ai liberi)
Probabilmente il miglior tiratore da 3 di questo draft, Corey Kispert è già oggetto di culto di questo draft.
Di Kispert parlerò poco e bene: ha una forma di tiro solida, squadrata, allineata, precisa, ripetibile. Spalle, anche e caviglie allineate, piedi paralleli che puntano al canestro, tempismo ottimo sul salto per segnare. Salvo la parte finale, molto simile a Klay Thompson.
Volendo cercare l’eterodossia nella sua forma di tiro, la possiamo trovare nella cosiddetta teoria di Franklin la Tartaruga, portata in auge da un altro Warrior, Draymond Green: quando Kispert tira, da l’impressione di avere uno zaino sulle spalle. Contrae il collo, incassa le spalle, ferma la palla ad un set point più basso di quello canonico e spinge la palla verso l’avanti, dando una parabola non canonica ma alquanto piatta. Poi oh, entra, quindi io taccio.
Vrenz Bleijenbergh (33.5% da 3 su 5 tentativi, 68% ai liberi)
Il mio vicino di casa Vrenz non è uno specialista nel tiro dalla lunga distanza, ma merita una menzione d’onore per chiudere questa panoramica sugli stili bizzarri. Il fiammingo fa due cose non ortodosse: non completa l’estensione del braccio sul rilascio (un po’ come Danny Green, fa il tiro in cui la mano scappa via dopo aver lasciato la palla)
E soprattutto, come si evince da questo video, il movimento delle gambe è completamente casuale. Vrenz scalcia dopo aver finito il movimento, senza un pattern preciso ed ogni volta in modo diverso.
Sarò curioso di vedere, al suo approdo in NBA, come correggerà quello che sembra solo un inestetismo ma che rischia di essere una variabile negativa per la ripetibilità della sua forma di tiro.
Ecco dove lo avevo già visto…
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