La Free Agency NBA è spesso indecifrabile e caratterizzata da firme inattese, che possono andare a rompere gli equilibri creatisi nelle stagioni precedenti e dare vita a nuovi scenari che prima sembravano impossibili: anche questo rende l’NBA la lega più bella del mondo.
Ricorderete tutti il 2016, l’anno in cui Kevin Durant, dopo aver parlato con più di una squadra, decise di “portare i suoi talenti” nella Baia, consentendo ai Golden State Warriors di diventare quella che può essere considerata la squadra più forte di tutti i tempi; oppure il 2019, quando nella notte del 10 Luglio i Clippers riuscirono ad accaparrarsi Kawhi Leonard e, contestualmente, Paul George via trade, diventando i favoriti numero 1 al titolo: i pronostici non sono stati rispettati ma dopo quel doppio colpo di mercato era logico pensare alla squadra di Ballmer come quella più attrezzata per arrivare in fondo.
Leonard e Paul: destini comuni?
Da quella notte sono passati due anni e le sorti dei Clippers passano nuovamente dalle scelte di Kawhi Leonard: the Klaw potrebbe essere nuovamente free agent e in tal caso sarà l’uomo su cui si concentreranno le maggiori attenzioni da parte del mondo NBA. Il “potrebbe” è d’obbligo: Leonard può decidere entro il primo Agosto di prolungare di un anno il contratto in essere con i Clippers, attivando la player Option da 36 milioni di dollari, oppure cercare subito di firmarne uno nuovo.
Da un punto di vista puramente economico, firmare un contratto lungo in questa free agency avrebbe poco senso: i Clippers, che detengono gli Early Bird Rights (che si generano dopo 2 anni di permanenza in una squadra in cui si è arrivati da FA) possono offrirgli un quadriennale da 176 milioni di dollari, mentre le altre pretendenti sarebbero costrette a fermarsi a 169. Una scelta del genere significherebbe lasciare sul tavolo un bel po’ di milioni: Kawhi potrebbe firmare un 1+1 quest’anno e ritornare free agent nel 2022, quando potrebbe chiedere alla sua squadra attuale un contratto di 5 anni da 246 milioni di dollari complessivi. Difficile pensare che i Clippers non siano pronti ad arrivare a quelle cifre per trattenere un giocatore per il quale hanno impegnato prime scelte fino al 2026 (senza lo scambio per George, Leonard non sarebbe arrivato), nonostante la storia clinica del numero 2 e l’infortunio al crociato che potrebbe tenerlo fuori per tutta la prossima stagione. La voglia di Ballmer di vedere il suo sforzo tradursi con la vittoria di un titolo e quella del Kawhi di vivere nel posto in cui è cresciuto ci fanno pensare che Leonard sarà ancora un giocatore dei Clippers per i prossimi anni.
Nelle ultime due stagioni Chris Paul ha messo a tacere i detrattori che lo ritenevano ormai un giocatore sul viale del tramonto. CP3 ha prima portato i Thunder ai playoff e poi i Suns alle Finals, dimostrando ancora una volta quanto la sua presenza dentro e fuori dal campo possa incidere su una franchigia: si pensi alla crescita di Ayton, che ha detto senza mezzi termini che avere la possibilità di giocare con l’ex Pelicans sia stata la cosa migliore che potesse capitargli, e a Devin Booker, che con un playmaker di quel livello al suo fianco può esprimersi al meglio.
Come nel caso di Leonard con i Clippers, anche quello di Paul con i Suns sembra un matrimonio destinato a continuare: un contratto più lungo a cifre più contenute, rispetto agli oltre 44 milioni di dollari guadagnati quest’anno da CP3, sembrerebbe la soluzione ideale per entrambe le parti. Phoenix darebbe continuità al proprio progetto, The Point God andrebbe a firmare il probabile ultimo contratto della sua grande carriera per una squadra che può garantirgli un contesto competitivo e sotto la guida di un allenatore con cui ha un rapporto che va oltre la pallacanestro giocata. È chiaro che se uno tra Leonard e Paul dovesse aprire uno spiraglio per un trasferimento ci sarebbero squadre interessate: i Knicks, che potrebbero affacciarsi a questa free agency con un minimo di credibilità ritrovata e provare a portare finalmente un grande nome nella Grande Mela, e gli Heat, a caccia di un colpo di mercato che possa rimetterli in carreggiata.
Lowry saluterà il Canada?
Quello che invece ha sicuramente più possibilità di salutare la propria franchigia di appartenenza è Kyle Lowry. I Raptors, dopo il trionfo del 2019, hanno iniziato a perdere i pezzi per strada e nel giro di due stagioni hanno salutato Leonard prima e Gasol ed Ibaka dopo, mancando i playoff per la prima volta dopo 7 anni. Lowry era già stato al centro del mercato in prossimità dell’ultima deadline ma alla fine l’offerta in grado di portare via dal Canada la point guard di Vilanova non è arrivata. La lottery ha sorriso ai Raptors ed ha portato in dote la quarta scelta al draft, che si terrà tra 8 giorni, e ciò potrebbe spingere ulteriormente Ujiri a voltare pagina definitivamente. Un giocatore del livello di Lowry potrebbe far comodo a diverse squadre: sembra che i Pelicans ci stiano facendo un pensiero e avrebbe molto senso per la franchigia della Louisiana, che deve provare ad uscire dalla mediocrità delle ultime due stagioni e costruire con criterio attorno a Zion Williamson.
In chiave Lowry come non pensare ai Mavericks: gli ultimi playoff hanno evidenziato la mancanza di un creator secondario in grado di alleggerire il carico offensivo di Luka Doncic, che spesso è arrivato senza energie nel quarto quarto. Lowry sarebbe un ottimo fit anche in difesa, dunque è lecito attendersi un tentativo da parte di Cuban e soci. Occhio anche a New York, un’altra squadra che necessiterebbe di fare un upgrade proprio in quel ruolo, e qualche outsider tra le contender che potrebbe fare il colpaccio tramite sign and trade.
Il futuro di DeRozan è incerto
Più incerto è il futuro di un giocatore che ex Raptor lo è già, ovvero DeMar DeRozan. Il californiano è reduce da una regular season di ottimo livello ed è il principale motivo per cui gli Spurs hanno giocato una discreta stagione, culminata con la sconfitta a Memphis nel primo turno del play in. È molto difficile prevedere quale decisione possano prendere gli Spurs: dal post Leonard la franchigia texana ha sempre cercato di restare competitiva il più possibile, poggiandosi sul nucleo “anziano” (Aldridge, Mills, Rudy Gay e DeRozan appunto) e inserendo gradualmente i giovani scelti negli ultimi anni. Ma, ora che DeRozan è free agent, potrebbe essere giunto il momento di affidare le sorti della squadra ai vari Murray e Derrick White e dare ancora più spazio a Lonnie Walker e Vassell, senza dimenticare l’ottimo Keldon Johnson.
Potrebbe aver senso per San Antonio cercare di ottenere qualcosa da DeRozan in una sign and trade ma è difficile cercare di capire chi possa costruire un pacchetto, ad esempio tra le contender, e quali siano i piani del nativo di Compton, che potrebbe anche avere a cuore più il portafoglio che la possibilità di competere per il titolo. Più facile dunque ipotizzare un interessamento di una squadra che cercherà di essere protagonista l’anno prossimo e che può mettere sul piatto qualche giovane interessante, come i Chicago Bulls: la difesa con DeRozan, Vucevic e Lavine potrebbe essere un problema ( si diceva lo stesso anche degli Hawks e le difese di Donovan hanno sempre reso bene) ma ci sarebbe tutto il potenziale per arrivare ai playoff. Occhio anche ai Magic, che non hanno spazio salariale ma potrebbero orchestrare qualche trade per arrivare ad un veterano a cui affidare le redini di una squadra con tanti giovani su cui è necessario lavorare ancora molto.
John Collins è destinato a firmare un grande contratto ?
All’inizio di questa stagione c’erano molti dubbi sul futuro di John Collins a causa di voci di dissidio con il volto della franchigia, Trae Young, e un atteggiamento, in difesa soprattutto, non sempre all’altezza. La splendida run di playoff degli Hawks ha cancellato molte delle perplessità che circondavano l’ala grande di Layton: Collins ha giocato ad un livello molto alto e probabilmente Travis Schlenk andrà a pareggiare le eventuali offerte, che potrebbero essere elevate, senza troppi patemi. Non è da escludere che Atlanta finirà per pagare Collins qualche milione di dollari in più rispetto al suo reale valore ma saranno soldi che andranno a via a cuor leggero. Tra le squadre che potrebbero fare un’offerta a Collins ci sono proprio gli Spurs, che avrebbero bisogno di alzare il livello di talento del proprio roster. I Thunder avrebbero lo spazio per tentare il colpo ma provare ad indovinare quali possano essere le idee di Presti, che dispone di 6 scelte al prossimo draft, è un esercizio impossibile anche per l’uomo più fantasioso del mondo.
La free agency ci ha abituato a colpi di scena clamorosi e staremo a vedere se quella di quest’anno sarà una di quelle che ci ricorderemo negli anni come una delle più sorprendenti: noi crediamo di no viste le premesse ma tutto è possibile.
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