La stagione NBA non è giunta ancora al termine, ma l’offseason impazza ormai da giorni, tra il proverbiale “valzer delle panchine”, il processo di avvicinamento al draft e i soliti rumors di trade in giro per la lega. Senza ombra di dubbio il rumor più importante riguarda la situazione di Damian Lillard.
La superstar di Portland, dopo l’eliminazione al primo turno, aveva fatto già circolare la voce secondo cui avrebbe voluto una squadra competitiva, ora che si trova ancora nel suo prime. Questo ha scatenato preoccupazioni enormi nell’ambiente della franchigia dell’Oregon, che si è premurata di accontentare la sua stella già dalla scelta del coach. Se infatti c’è stata pochissima chiarezza su quanto Lillard sia stato effettivamente coinvolto nella scelta, è sicuro che Olshey non abbia potuto non tenere conto della famosa risposta di Lillard durante un’intervista sul tema head coach, nella quale si augurava “Qualcuno come Jason (Kidd) o Chaunchey (Billups)”.
Lillard è stato, sulla base di questi nomi, protagonista di una situazione imbarazzante su Twitter:
Really? I was asked what coaches I like of the names I “heard” and I named them. Sorry I wasn’t aware of their history I didn’t read the news when I was 7/8yrs old. I don’t support Those things … but if this the route y’all wana come at me… say less https://t.co/N1GPkX3Ohd
— Damian Lillard (@Dame_Lillard) June 26, 2021
Il processo decisionale per la scelta del coach è stato però additato da Chris Haynes, penna di Yahoo Sports molto vicina a Lillard, come uno dei motivi che potrebbero spingere Dame a richiedere la trade, insieme al timore di non iniziare la stagione con l’adeguato supporting cast. Questa potrebbe essere solo una voce fatta circolare da Lillard per smuovere qualcosa nella franchigia e non davvero per aprire la caccia alla trade, che appare per adesso uno scenario non così vicino. Nonostante ciò, abbiamo provato ad ipotizzare quali squadre potrebbero mettere sul campo un pacchetto per portarsi a casa le prestazioni di una delle migliori PG della sua generazione.
The backlash from Portland Trail Blazers’ coaching search and his concerns over whether a championship contender can be built have become major factors that could force Damian Lillard to request out, league sources tell @YahooSports. https://t.co/syN8upvWPx
— Chris Haynes (@ChrisBHaynes) June 27, 2021
IPOTESI 1: New York Knicks
Questa trade con NY permetterebbe a Portland di ottenere uno dei giovani più interessanti dell’intera NBA come RJ Barrett, un All-NBA come Julius Randle e Mitchell Robinson, che fungerebbe da backup center per il primo anno, per poi essere valutato ed eventualmente esteso nel futuro. Queste acquisizioni aiuterebbero Portland a mantenere un’ottima flessibilità salariale, poiché Randle arriverebbe dopo l’attivazione della Team Option da parte di New York (quindi con un solo anno di contratto).
Portland non è certo una franchigia che può attirare grandi free agent ma, se Lillard partisse in questa trade, il focus delle prossime stagioni diventerebbe lo sviluppo di Barrett e i due rookie da selezionare con la 19 e la 21, oltre alle valutazioni sul futuro dei vari Little, Simons e Robinson, giocatori che lo spazio salariale a disposizione dopo le scadenze nel 2022 di Nurkić e Randle aiuterebbe a rifirmare.
Probabilmente si farebbe un tentativo per i playoff nella prossima stagione, cercando di giocare con una rotazione che potrebbe contare su giocatori del calibro di Randle, Covington, Nurkić e CJ McCollum. Seppur improbabile, una corsa ai playoff con più minuti in campo rispetto a quella di quest’anno sarebbe anche il miglior modo per testare definitivamente Simons e Little, cosi da decidere poi se Barrett/Simons/Little/Robinson e i due rookie potrebbero essere il core dei nuovi Blazers. La 19 e la 21 a questo draft potrebbero essere anche usate per un trade up, in modo da tentare di aggiungere un giocatore con più alto potenziale in vista di un pronosticatile rebuilding a partire dal 2022.
Dal punto di vista di New York forse questa trade potrebbe non essere l’ideale, ma aggiungere Lillard significherebbe innanzitutto accaparrarsi un top15 dell’NBA, cosa che non si vede da quelle parti da Carmelo Anthony e, soprattutto, obiettivo che la squadra ha mancato nella famigerata Free Agency 2019. Partendo da Lillard, dalla competitività ritrovata quest’anno e dallo spazio salariale a disposizione, New York potrebbe imporsi come una delle regine dell’NBA in Free Agency, magari senza la possibilità di aggiungere nomi eccessivamente altisonanti quest’anno, ma con l’obiettivo di costruire la squadra migliore per il loro nuovo leader nel 2022.
In ultima analisi, non è da sottovalutare l’impatto mediatico e sulla tifoseria che comporterebbe avere Lillard. Se infatti è vero che i tifosi sarebbero contrari all’inserimento di Barrett in qualche trade, lo sbarco di Dame al Madison Square Garden significherebbe subito spettacolo, dato che la superstar di Portland si è dimostrata negli ultimi anni molto capace di infiammare il pubblico, non solo con giocate decisive, ma anche con gesti iconici.
“Do you know what time is it in NY? Yes, Dame Time”
Il commento degli esperti Knicks
Francesco Perillo: “Non credo che una trade di questo tipo possa essere la risposta alle esigenze dei Knicks. Privarsi di RJ dopo una stagione in miglioramento costante non aiuterebbe la squadra nel lungo periodo, e l’addio in contemporanea di Randle metterebbe nuovamente Lillard in una posizione scomoda almeno fino all’estate successiva, considerando che dalla Free Agency del mese prossimo non potrebbe arrivare molto aiuto. Più probabile che la dirigenza di New York si spinga ad offrire una combinazione di Quickley e Toppin, in aggiunta a Randle e al pacchetto di scelte, in modo da tenere Barrett e avere già una base più solida. Una scelta rischiosa, ma che potrebbe aprire a scenari molto interessanti”.
Leonardo Pedersoli: “Una trade del genere sarebbe indubbiamente molto dispendiosa dal lato della franchigia newyorkese, in primis perché si andrebbe a sacrificare un asset di estremo valore (e sul quale il management ha anche fortemente puntato a livello di immagine) come Barrett, e in secondo luogo perché rinunciare a Randle e Quick dopo questa stagione non è poi affatto facile. Molti paventano una situazione simile a quella avvenuta un decennio fa con Carmelo Anthony, con il rischio di sacrificare un bel gruppo per l’all-in sulla star di turno, ecco in questo caso mi sento però di dissentire, non perché Lillard sia la panacea di tutti i mali, bensì con riguardo alla tipologia di star che lui rappresenta e ancor di più andando a guardare quelle che sarebbero in ogni caso le prospettive future di questo gruppo”.
IPOTESI 2: New Orleans Pelicans
La trade con i Pelicans sarebbe una delle peggiori da accettare per Portland, insieme a quella che vedremo dopo per Philadelphia. Se infatti perdere Lillard sarebbe comunque un colpo durissimo per la squadra dell’Oregon, farlo in questo modo potrebbe essere decisamente più problematico che in altri. Se la squadra decidesse di optare per il rebuilding, sarebbe interessante mantenere una certa flessibilità salariale, anche per assorbire brutti contratti in cambio di scelte. Inoltre, sarebbe utile tentare di non legarsi a lungo termine a giocatori che potrebbero portare problemi in fase di costruzione del roster. Nel caso in cui si volesse mantenere la competitività, ci si dovrebbe dirigere verso la scelta di giocatori pronti a dare un contributo tangibile per tentare un nuovo, seppur improbabile, assalto ai playoff.
Il pacchetto dei Pelicans non comporterebbe nessuna delle due opzioni, anzi, metterebbe Portland nello scenario peggiore: legarsi a lungo termine ad una “stella” con velleità e contratto da primo violino, ma senza nemmeno una parte della capacità di Lillard di trascinare una squadra ai playoff. Ingram ed il suo contratto rappresentano ciò che meno vorrei vedere in una Portland in rebuilding e ancora meno quello che vorrei vedere in una Portland che punta ai playoff in questo ovest. Nickeil Alexander-Walker costituisce invece un asset piuttosto interessante, ma decisamente insufficiente per far sembrare questa trade davvero allettante per i Blazers. L’unica parte davvero allettante di questo scambio per Portland sarebbe la scelta numero 10, con cui sarebbe possibile selezionare un giocatore molto sicuro o uno con grande potenziale, data l’elevata qualità presente nei primi 20/25 giocatori di questa classe.
Dal punto di vista di Nola, mettere Dame accanto a Zion significherebbe costruire una coppia offensivamente devastante, già dal giorno zero capace di mettere a ferro e fuoco ogni difesa NBA. Ovviamente per ottenere qualcosa di importante in termini di risultati si dovrebbe lavorare sul resto del roster, ma “Dame, Zion e altri tre” è una formula che già così farebbe gola ad ogni appassionato. Quello che potrebbe risultare meno idilliaco, oltre al fit difensivo, è però l’incastro dei due dal punto di vista dello status, dal momento che Lillard difficilmente sarebbe disposto a lasciar prendere un certo numero di tiri, in particolare nel clutch time, ad un giovane, nonostante si tratti di uno dei talenti più incredibili del millennio. Nonostante ciò, credo che ogni allenatore sognerebbe il problema di dover scegliere a chi lasciare un possesso offensivo tra Lillard e Williamson.
Il commento dell’esperto Pelicans
Andrea Poggi: “La trade in questione sarebbe ottima per i Pelicans: aggiungono un primo violino ed una tra le migliori PG della lega. Questa trade, oltre ad un immediato miglioramento del roster, comporterebbe un risvolto positivo anche nella faccenda di Zion, dandogli quindi un motivo in più per firmare l’estensione con la squadra della Louisiana. I Pelicans uscirebbero vincitori quasi sicuramente da questo scambio”.
IPOTESI 3: Philadelphia 76ers
Il discorso da fare per questa trade lato Portland sarebbe lo stesso fatto per la trade con i Pelicans: una giovane guardia molto promettente, ancora in rookie scale, più un’ala sempre giovane ma con contratto da star e che ha deluso in questi playoff. Come in tutti gli altri casi, la squadra che si troverebbe a ricevere quattro anni di contratto di Lillard costringerebbe Portland ad accontentarsi di scelte nella seconda metà del primo giro. Difficilmente infatti una squadra con Lillard potrebbe arrivare così bassa in regular season da portare in dote a Portland delle scelte interessanti e quindi anche questo aspetto va preso in considerazione nella valutazione dei pacchetti.
Simmons, l’asset più importante di questa trade, ha inoltre visto scendere di molto le sue quotazioni dopo le prestazioni dei playoff e il mancato sostegno di Doc Rivers e Joel Embiid. Questo è un altro dei fattori che fa sembrare la trade con Philadelphia la peggiore dal punto di vista di Portland. Se infatti Simmons per i Trail Blazers sarebbe un colpo da tentare con convinzione, questo non è vero nel caso in cui per arrivare all’australiano bisognasse sacrificare Lillard. La coppia formata da Lillard e Simmons sembra interessante da più punti di vista, anche sacrificando CJ McCollum, mentre lo stesso non si può dire del fit di Simmons con il roster senza Dame.
L’idea di legarsi a Simmons ed al suo oneroso contratto e la presenza di scelte tutt’altro che invitanti sono i due motivi per cui Portland dovrebbe evitare a tutti i costi questa trade.
Dall’altro lato, i 76ers sarebbero la squadra che a mio avviso avrebbe più da guadagnare da questa trade. Massimizzare il prime di Embiid, mettendogli attorno una stella che lo sgraverebbe da almeno una parte dei continui raddoppi ed aiuti che subisce e che potrebbe decidere con un tiro ad alto coefficiente difficoltà le partite più in bilico, sarebbe il compimento del lavoro che Philadelphia ha provatoa portare a termine nel corso degli ultimi anni.. Un quintetto con Lillard, un paio di difensori perimetrali (ad esempio Green e Thybulle), Harris ed Embiid avrebbe davvero pochissimi rivali nella lega ed offrirebbe anche al centro la possibilità di riposare adeguatamente in regular season, dal momento che la presenza di Dame sarebbe garanzia di un buon seed ad est.
In conclusione, credo che questa sia nettamente la trade più sbilanciata a sfavore di Portland, ma sarebbe estremamente interessante per Philadelphia, dal momento che potrebbe sconvolgere i rapporti di forza ai piani più alti della lega.
Il commento dell’esperto 76ers
Cesare Russo: “Pro: sostituire Simmons con Lillard non vuol dire solo alzare il livello di talento della squadra e, per di più, costruire un contesto più favorevole intorno a Joel Embiid (ormai è chiaro, quello che gli serve è un compagno capace di costruirsi con costanza un tiro dal palleggio), ma aggiunge a roster un giocatore in grado di gestire con profitto la palla quando scotta. Le prestazioni dei playoff hanno dimostrato che Embiid non è ancora ad un livello abbastanza elevato, che sia per motivi mentali o per limiti fisici, e ci sono pochi giocatori migliori di Lillard per durezza mentale e capacità di fare giocate nei momenti determinanti di una partita“.
“Contro: Damian Lillard compirà a breve 31 anni e, se pure Embiid ha 4 anni in meno, la percezione è che, per il tipo di giocatore che è, non abbia ancora molti anni ai massimi livelli davanti a sé. In questo senso, sacrificare delle prime scelte fino ad anni come il 2026 o il 2028 vorrebbe dire rischiare di relegare la franchigia in una brutta posizione già tra tre anni.”
IPOTESI 4: Toronto Raptors
Questa ipotesi è la più fantasiosa e la più improbabile, ma è in assoluto lo scenario (semi-realistico) migliore da immaginare per Portland. Va detto che è molto probabile che Ujiri, se fosse stabile nella sua posizione a capo della dirigenza dei Raptors, tenterebbe di premere il grilletto con gli asset a sua disposizione per aggiungere una star come Lillard. La sua situazione invece è un fattore che potrebbe comportare una poca mobilità di Toronto in offseason, almeno fino all’arrivo di un’estensione.
Partiamo dall’aspetto più complicato: per arrivare in porto con questa trade bisognerebbe convincere Kyle Lowry ad accettare Portland e firmare un’estensione. In questo caso io ho ipotizzato un 60×3 per questioni salariali ma, aggiungendo un contratto ulteriore a quello di Lillard da parte di Portland, si potrebbe provare anche con un 50×2. Questo rende difficilmente ipotizzabile lo scenario, dal momento che Kyle Lowry andrà a cercare con molta probabilità o una squadra che gli offra una run verso il titolo o una città a lui gradita nella quale firmare il contratto più lungo possibile. Superiamo però idealmente questa difficoltà e valutiamo la trade parlando degli asset.
Dal punto di vista di Portland, si tratterebbe della trade di gran lunga migliore: un veterano tra i più esperti ed apprezzati della NBA, un’ala versatile, giovane e con un ottimo contratto e una scelta altissima ad un draft pieno di talento. La squadra potrebbe mantenere la competitività, o almeno tentare, aggiungendo Lowry e Anunoby a Covington, Nurkić e McCollum, oltre che una scelta che potrebbe portare in dote un giocatore del calibro di Jalen Suggs (che sarebbe usato inizialmente come sesto uomo) o, con una piccola reach, di Scottie Barnes, prospetto che permetterebbe a Billups di schierare un frontcourt piccolo di difensori estremamente versatili e integrabili, insieme a RoCo ed Anunoby. Una squadra competitiva ed un prospetto di quel livello è molto più di quanto possano offrire le altre trade proposte.
Dal punto di vista di Toronto le cose sarebbero più complesse. La franchigia è legata alle prestazioni di VanVleet e Siakam e aggiungere un pezzo come Lillard potrebbe significare massimizzare le possibilità di risultati importanti per buona parte della durata dei contratti dei tre giocatori. Dame sarebbe quello scorer primario che permetterebbe di esprimersi al meglio a giocatori del roster di Toronto che hanno dato il loro meglio quando sgravati della principale responsabilità creativa (come con Kawhi Leonard durante la run del titolo 2019).
Allo stesso tempo però questa trade significherebbe rinunciare al futuro, non scegliendo in questo draft così promettente e sacrificando un pezzo chiave dei prossimi anni della franchigia come Anunoby. Quello che è complicato decifrare è cosa vorrà fare Toronto nel prossimo futuro, dal momento che la lottery ha sorriso e quindi la possibilità di un rebuilding estremamente accelerato potrebbe essere un’ipotesi allettante, tanto allettante da passare oltre l’occasione di aggiungere una superstar come Damian Lillard.
Il commento dell’esperto Raptors
Alexandros Moussas: “Lowry è da anni ormai la bandiera dei Raptors, ha fatto ogni cosa per il bene della franchigia canadese. Possibile che sia pronto ad accettare l’Oregon pur di agevolare un’ultima volta la rincorsa dei Raptors al titolo? Difficile che lui accetti di andare a giocare per i Blazers in piena ricostruzione, ma se succedesse Lillard sarebbe il prototipo del giocatore che Toronto ha bisogno per tornare in auge. Dame sarebbe quella prima opzione offensiva che i Raptors tanto necessitano, permetterebbe a Siakam di tornare al suo ruolo originario di facilitatore e si accoppierebbe piuttosto bene con VanVleet. Certo, il costo sarebbe elevato, ma Ujiri e Webster hanno dimostrato di saper premere il grilletto in passato, e difficilmente si tirerebbero indietro se si riuscisse a trovare una quadra”
IPOTESI 5: Boston Celtics
Concludiamo questo viaggio di fantasia attraverso i futuri possibili che si parano davanti ai Portland Trail Blazers e a Damian Lillard parlando della trade che coinvolgerebbe i Boston Celtics. Scegliere questa opzione per Portland significherebbe due cose: tentare di rimanere competitivi e prendere probabilmente il miglior asset coinvolto in tutte queste trade, ossia Jaylen Brown. Brown è una giovane stella con un ottimo contratto e, a differenza di Simmons, Randle o Ingram, ha caratteristiche perfettamente integrabili con quelle della quasi totalità dei migliori giocatori NBA. Smart e Brown insieme farebbero alzare incredibilmente il livello della difesa di Portland, che potrebbe sfruttare al meglio le qualità élite di Covington in aiuto, ottenendo due grandiosi difensori 1vs1 da spendere sia sulle guardie che sulle ali avversarie.
Pritchard sarebbe poi il giusto compromesso tra la necessità di ottenere giocatori da sviluppare ed il tentativo i rimanere competitivi. Nonostante il potenziale della PG da Oregon non sia quello dei rookie più promettenti, nella stagione di Boston può sicuramente essere annoverato tra le note liete, considerando anche che è costato solo una scelta nel tardo primo giro, non sempre premessa ad una produzione sicura. Portland con questa trade mancherebbe di un creatore primario, ma diventerebbe, col giusto lavoro dello staff, un’ottima difesa e un attacco corale, capace di trovare nuovi protagonisti ogni notte.
Dal punto di vista di Boston mettere Lillard vicino a Tatum significherebbe poter schierare una coppia di attaccanti di un livello eccellente e la presenza di Lillard in un big market come i Celtics porterebbe di nuovo a galla le considerazioni fatte rispetto alla trade con New York. Il problema in questo caso potrebbe però essere legato alle rotazioni, con i Celtics che si troverebbero un roster abbondante di centri e parzialmente sguarnito sugli esterni e tra le guardie, rischiando di dover costringere il nuovo Head Coach Ime Udoka a fare affidamento su una rotazione piena di giovani che non hanno però ancora dimostrato qualcosa di importante, come Langford, Nesmith o Grant Williams.
Detto questo credo avere una coppia come Lillard-Tatum è un tentativo che ogni squadra proverebbe a fare, soprattutto visto che il core che ha portato Boston ad alti livelli negli ultimi anni si è dimostrato inadeguato a compiere il salto decisivo nell’olimpo delle vere contender.
Il commento dell’esperto Celtics
Enrico Bussetti: “Brad Stevens inaugurerebbe con i fuochi d’artificio il suo nuovo incarico come GM, andando in piena controtendenza con lo stile di Danny Ainge e rischiando parecchio. Dividere le J sarebbe un colpo al cuore per molti tifosi biancoverdi, così come veder partire Smart, ma lo star power di una coppia Lillard-Tatum farebbe gola a chiunque. Il fit non è dei migliori, essendo i due entrambi giocatori che amano avere la palla in mano: Udoka dovrebbe probabilmente rompere un po’ con lo stile di gioco di Stevens, ma si troverebbe in mano una squadra con una timeline decisamente accelerata e pronta fin da subito a dare l’assalto ai vertici della Eastern Conference. Un rischio non indifferente per Boston, ma anche un’occasione ghiottissima per mettere insieme due superstelle.”
Si ringraziano per i contributi Francesco Perillo e Leonardo Pedersoli (Knicks), Andrea Poggi (Pelicans), Cesare Russo (76ers), Alexandros Moussas (Raptors) e Enrico Bussetti (Celtics)
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