La serie tra la prima e l’ottava classificata della Eastern Conference promette di essere la più scontata e semplice del tabellone quest’anno. Da una parte i 76ers che hanno controllato la testa della classifica per la grandissima parte della stagione, dall’altra i Wizards che sono riusciti ad acchiappare lo spot ai play-in grazie ad un mese e mezzo mostruoso di Russell Westbrook e si sono poi dimostrati freddi ad assicurarsi lo spot ai playoff all’ultima chance disponibile contro gli Indiana Pacers.
Scriverne la preview è dunque stato più complicato del previsto per me e Francesco, perché qualunque fosse lo spunto tattico che provavamo ad argomentare, la differenza di livello tra le due squadre si imponeva sempre come decisore massimo della questione.
Alla fine, ne è uscita una preview che, più che concentrarsi sullo scontro tra le due squadre, prova a ragionare su come i 76ers proveranno a risolvere dei problemi che si portano dalla regular season e che, se non prontamente affrontati, porteranno dolori ad una squadra che si propone come contender, al primo turno o alle Finals.
Tre punti chiave della serie
1) Chi ferma Joel Embiid?
Diciamolo chiaramente, se Washington vuole avere una chance di rendere la serie combattuta non può fare a meno di fermare Joel Embiid. Il centro camerunense è stato dominante contro i Wizards in regular season, ma ciò è accaduto prima che Scott Brooks trovasse la sua rotazione definitiva. Con l’arrivo di Daniel Gafford i Wizards hanno teoricamente tre corpi da mettere contro Joel.
Dal momento che contro i Celtics e i Pacers Alex Len è stato titolare, non c’è motivo di pensare che Brooks cambierà idea all’ultimo minuto. Il centro ucraino, alla prima apparizione ai playoff dopo 8 stagioni nella lega, si è ben comportato contro Domantas Sabonis. Ha fatto sentire la sua fisicità e forzato un paio di conclusioni difficili al lituano, che è stato messo mentalmente fuori dalla gara.
Non è possibile aspettarsi che Len faccia lo stesso con Embiid, che ha tutt’altro tonnellaggio ed esperienza. E anche gli stessi Gafford e Lopez, per quanto possano essere difensivamente sul pezzo, non vedo come possano fermare la star dei Sixers.
Embiid in post è una macchina da guerra, soprattutto ora che ha delle spaziature migliori rispetto allo scorso anno. Evitare il raddoppio potrebbe funzionare sul possesso singolo, ma sarebbe un azzardo troppo grande sul lungo periodo. Anche perché per quanto Gafford sia estremamente atletico, ha un problema sulle finte che lo porta a commettere a volte tre falli in poco più di cinque minuti. E dare a Embiid l’opportunità di segnare dalla lunetta farebbe finire la serie ancor prima del suo inizio.
Joel è il leader per tiri liberi tentati nella lega, e li converte con un eccellente 85%. Dare l’opportunità a Philadelphia di difendere evitando le transizioni sarebbe un suicidio per Washington, al suo meglio quando può correre.
Cosa può fare Brooks per fermare il miglior scorer degli avversari? L’idea più sensata sarebbe forse quella di raddoppiare non appena Embiid prende posizione in post e gli viene dato il pallone. Forzare il camerunense a prendersi tiri dalla media anziché farlo dominare sotto i tabelloni e scommettere sulle percentuali è l’unica soluzione per i Wizards. Se si raddoppia però è chiaro che va lasciato un uomo libero sul perimetro. L’ideale sarebbe usare l’uomo di Simmons, che non è in grado di tirare, ma Ben potrebbe in un paio di possessi capire l’andamento della strategia avversaria e diventare pericoloso come tagliante. Dal momento che Green, Harris e Curry sono tiratori affidabili, per Washington sarà difficile avere successo con questa strategia.
Sarà fondamentale avere rotazioni perfette al centesimo di secondo, e sfruttare la taglia di Hachimura. Usare il giapponese per il raddoppio sarebbe folle: è l’unico con una taglia notevole e delle braccia per contestare il tiro sui closeout affrettati. Lasciare ruotare Westbrook, Neto e Beal sicuramente potrebbe portare a tiri con metri di spazio. Le tre guardie non hanno i mezzi fisici per coprire tutto il campo. La strategia rischia quindi di essere un fiasco totale, ma è l’unico modo per provare a rendere meno efficiente la prima opzione offensiva di Philadelphia. Tolto Embiid dalla partita, per i Sixers diventa molto più complicato creare gioco. Ma per Washington sembra onestamente un’impresa fuori portata.
2) La difesa dei Sixers contro Beal
Nella gara di play-in contro i Celtics abbiamo visto come a Boston sia bastato togliere l’area a Westbrook per vincere la partita. Philadelphia non dovrà fare nulla di diverso da quanto fatto da Boston, limitandosi a difendere in drop con Embiid per negare al numero 4 il ferro. Joel è un intimidatore di altissimo livello e, nonostante la forma acquisita nel momento chiave della stagione, a Westbrook manca l’esplosività di tre anni fa. Per questo motivo l’ex UCLA ha una tendenza a passare maggiormente il pallone.
Con le lunghe braccia dei difensori dei Sixers e una taglia superiore ai Wizards, negare l’ingresso in area Russ significa anche in un colpo solo inibirne gran parte delle doti di creazione a metà campo. A quel punto dovrà salire in cattedra Beal, o l’attacco dei Wizards sarà sterile.
Per Philadelphia è quindi cruciale arginare l’All-Star del team della capitale, che è stato semplicemente dominante in regular season. Immagino ricordiate tutti i 60 punti di Bradley, nonostante la sconfitta. Danny Green non ha la velocità di piedi per seguire Beal. Il numero 3 è uno scorer estremamente dinamico, che fa del suo continuo movimento e della capacità di salto orizzontale due delle sue armi più efficaci.
Il fatto che possa tirare da ogni zona del campo, che sia veloce sul primo passo e che sappia sfruttare i blocchi, unito a una buona capacità di finalizzazione al ferro, lo rende un rebus di difficile soluzione. Purtroppo per i tifosi Wizards, Beal non è fisicamente al 100%. Rientrato nell’ultima gara di regular season contro Charlotte da un infortunio al bicipite femorale ha faticato contro Hornets e Celtics.
Contro i Pacers e la loro difesa assente ha dominato, potendo sfruttare le sue capacità di corsa in transizione e una mancanza di fisicità difensiva degli avversari. Ma contro Philadelphia troverà una difesa sicuramente più organizzata.
Data l’inefficacia di Green nel contenerlo, Philadelphia dovrebbe considerare l’idea di spostare Simmons in marcatura su Bradley. A Rivers piace poter contrastare Westbrook con la presenza dell’australiano, ma non sarebbe una cattiva idea esporsi ai mismatch di Russ in post contro Danny Green, se ciò servirà a togliere Beal dalla partita. Westbrook infatti in post ha tipicamente tre soluzioni: un tiro in fadeaway con cui si può convivere senza panico, un attacco al ferro che può essere contestato da Embiid e lo scarico per un tiratore. Dati gli enormi mezzi fisici dei difensori di Philadelphia, questa opzione non dovrebbe preoccupare molto, perché i closeout dovrebbero essere puntuali.
Un’ultima soluzione per arginare Beal è ovviamente utilizzare quella centrale nucleare difensiva che risponde al nome di Matisse Thybulle. Per ciò che abbiamo appena detto, non sorprende che il vlogger dei Sixers sia statisticamente il miglior difensore sulla guardia Wizards: non gli vengono assegnati compiti di roaming e soprattutto non ha le mancanze atletiche di Green (anzi, se c’è un aspetto sottovalutato del gioco di Tisse, quello è proprio il suo atletismo esplosivo). Lasciarlo in campo per lunghi minuti è un rischio, perché è limitatissimo in attacco e impulsivo in difesa, ma se servirà mettere un ulteriore freno al talento di Beal, lui sarà certamente la prima soluzione di Rivers.
Schermati Beal e Westbrook, a Philadelphia basterà evitare di lasciar correre i Wizards in transizione per poter controllare la serie senza alcun problema.
3) Le rotazioni dei 76ers
Come abbiamo detto, questa serie è quella che, sulla carta, offre meno suspense e spunti tattici.
Per questo motivo, se tutto procede senza sorprese, i Sixers useranno questa serie per trovare la quadratura a livello di rotazioni.
Per prima cosa, va detto che Doc Rivers è rimasto fedele alla sua linea, dichiarando più volte che proseguirà con la decisione di schierare quintetti “all bench“, con una divisione netta tra titolari e panchinari.
Ascolta “Benvenuti a The Answer Podcast! – ep 1” su Spreaker.È una decisione che ha ovviamente un senso. Farlo porta a più minuti per il quintetto titolare al completo, il miglior starting five della lega con +17.6 di net rating, ma espone il fianco tutte le volte che la panchina di Philadelphia ha un momento “no”, qualcosa che però succede abbastanza spesso a Philadelphia.
La panchina Sixers ha infatti dato ben poche garanzie durante la stagione, il che rende abbastanza inquietante la sua dichiarazione di voler continuare a ruotare 11 o 12 giocatori come fatto durante la regular season (e durante tutta la carriera da coach).
Ora, va detto che i comprimari dei Sixers presi singolarmente sono giocatori capaci di impattare in maniera decisiva una partita e va aggiunto che, ovviamente, questi minuti non sono quelli in cui si deve vincere la partita. La situazione quindi non è tragica, anzi è abbastanza sostenibile, visto che il net rating della lineup 100% panchina è solo leggermente negativo (-1.6, dati The Athletic).
D’altro canto, è stato molto frequente vedere questi quintetti sprecare grandi vantaggi consolidati dai titolari (l’esempio più recente, e forse il più eclatante, la recente partita contro i Pelicans dell’8 maggio: vantaggio di 17 punti bruciato da una NOLA senza Zion e Rivers costretto a rimettere il quintetto titolare per riacciuffarla) e ogni giocatore presenta tanti dubbi e poche certezze.
Se la difesa complessivamente regge (Thybulle, Hill e Howard sotto canestro sono un bel trio), l’attacco risulta spesso condizionato dalla troppa incostanza al tiro da 3 (o dalla sua assenza, quando Maxey e Thybulle sono in campo).
Il principale indiziato di questa situazione è Shake Milton, autore di una stagione nettamente al di sotto delle aspettative, che ha privato i Sixers del sesto uomo tipico delle squadre di Rivers e esposto maggiormente i quintetti all bench all’incertezza, leggermente mitigata dall’arrivo di Hill, che ha aggiunto in campo un ball handler esperto e di qualità.
Complessivamente, i comprimari a roster presentano tutti una o più caratteristiche peculiari che potrebbero risultare utili in determinate situazioni di una partita e, in questi momenti, sarebbe stupito non sfruttarli, ma da qui a pensare di ruotarli tutti in maniera sistematica potrebbe esserci una distanza bella grossa e questa serie potrebbe essere il giusto momento per trovare il miglior compromesso.
Il pronostico
Cesare: Mi fa strano parlare di una serie in cui la squadra che seguo parte così favorita, e di conseguenza sono abbastanza in ansia nel pronosticare un 4-0. Detto questo, non vedo sinceramente niente che possa portare i Wizards a vincere anche solo una partita (sento l’incombenza della punizione divina che mi coglierà a breve mentre scrivo queste parole), per cui confermo lo sweep.
Francesco: sarei sorpreso se Washington riuscisse a vincere più di una gara. Francamente trovo che la serie sia a senso unico e che Philadelphia abbia tutto per battere i Wizards senza sudare troppo. Le sfide tra Westbrook e Embiid sono sempre state caratterizzate da pathos, quindi chissà che non vedremo succedere le cose più interessanti fuori dal campo.
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