Lucio Battisti o Danny Ainge? In ogni caso, Kyrie Irving incontra per la prima volta i Celtics da avversario ai playoffs dal suo addio avvenuto nell’estate 2019. Questa serie, però, va molto oltre: è il primo vero banco di prova per la sublimazione del termine superteam, quei Brooklyn Nets che oltre ad Uncle Drew possono contare anche su James Harden e Kevin Durant.
Se i Boston Celtics fossero quelli di un anno fa parleremmo di una serie quantomeno intrigante, ma l’infortunio di Jaylen Brown sa molto di pietra tombale su una stagione già fallimentare nel Massachussets. I ragazzi di coach Brad Stevens si appelleranno a tutto il loro orgoglio e, soprattutto, al talento sconfinato di Jayson Tatum per provare a sovvertire il pronostico di una sfida che ad oggi appare piuttosto chiusa.
I precedenti in Regular Season di sicuro non sono dalla loro parte: 3-0 per Brooklyn negli scontri diretti, bilancio inequivocabile. Vediamo insieme alcuni possibili risvolti di questo scontro.
Tre punti chiave della serie
1) Le rotazioni da rodare
La stagione dei Nets è stata una delle più travagliate a livello di roster. Tra infortuni, scambi e buyout, Brooklyn ha cambiato più di 1/3 degli interpreti con cui si era presentata alla prima partita di Regular Season contro Golden State. Aggiungendoci anche il ritiro a sorpresa di LaMarcus Aldridge, si può affermare senza problemi che Steve Nash non abbia mai avuto la possibilità di oliare i meccanismi di squadra in vista dei Playoffs, dovendo schierare ben 37 quintetti titolari differenti in 72 gare.
I big-3 sono scesi in campo insieme solo in 8 occasioni, più precisamente per 202 minuti dal momento della trade per Harden. Un numero che sarebbe preoccupante per qualsiasi squadra pronta ad entrare in postseason, ma che per i Nets potrebbe rivelarsi solamente un sassolino da togliere dalla scarpa nel giro di un paio di partite. Lo stesso Irving ha già fatto intendere di non essere affatto preoccupato.
“It seems like it’s a factor if everyone keeps bringing it up in terms of their observative eyes. I really don’t care”
— Nets Videos (@SNYNets) May 18, 2021
Kyrie Irving isn’t concerned one bit that him, Kevin Durant & James Harden have only played 8 games together before heading into the playoffs pic.twitter.com/AFuQM3qQ5m
La profondità del roster ha permesso alla squadra di New York di arrivare comunque al secondo posto ad Est senza dover forzare nessun rientro, esattamente tutto quello che non è accaduto ai Celtics. Non è ancora chiaro che aspetto avranno le rotazioni di Nash per gara-1, e bisognerà aspettare ancora per scoprirlo, ma pare che, con il recupero di Harris, Brooklyn si presenterà finalmente al completo nel momento più importante della stagione.
Oltre ai big-3 sarà importante capire quanto i Nets vorranno “abusare” della presenza di Mike James in campo con Harden o Kyrie, o se le rotazioni definitive lo escluderanno. Da quando è sbarcato al Barclays Center l’ex-play del CSKA Mosca ha subito risposto bene, tenendo 7.7ppg, 4.5ast e un 48% di True Shooting in poco più di 18 minuti di media, ma come sappiamo bene la storia ai playoff cambia di parecchio, soprattutto nella propria metà campo.
Anche contro la second-unit dei Celtics, molto corta per ovvi motivi, James aveva mostrato tutti i suoi limiti difensivi, sia fisici che nella lettura dell’attacco, come nella situazione sopra. Per quanto i campioni in termini di minuti siano estremamente limitati, le lineup con James sul parquet toccano cifre vicine al 140 di Defensive Rating, un dato abbastanza eloquente.
Considerando che Shamet e Brown avranno certamente dei minuti rilevanti e che la giostra dei lunghi varierà in base alla singola partita, resta da capire se Nash vorrà tenere la rotazione a 10 o abbassarla a 9 già dal primo turno, proprio con l’esclusione di James. Probabile che le risposte che ci daranno le prime 2 gare potranno valere anche per la continuazione dei playoffs.
In casa Celtics le notizie sono piuttosto sgradevoli, con una panchina che si accorcia ancora e Stevens che avrà le sue belle gatte da pelare ad imbastire una rotazione presentabile. Walker, Fournier e Smart tra le guardie, Tatum in ala, Tristan Thompson e Robert Williams (se sano) sotto canestro sono le certezze. Il rookie Payton Pritchard si è sicuramente guadagnato una buona dose di minuti dopo un’ottima Regular Season e Grant Williams, utile e versatile come un coltellino svizzero, verrà inevitabilmente utilizzato, ma da qui in poi è tutto un grande punto di domanda. Il pretoriano di Stevens Semi Ojeleye o il rookie Aaron Nesmith? Vedremo addirittura qualche mossa della disperazione come Waters o Kornet?
In qualche modo Boston riuscirà ad avere una rim protection decente, tra gli sprazzi di TimeLord e qualche scatto d’orgoglio di TT. Smart probabilmente si appiccicherà ad Harden, mentre a Tatum potrebbe venire chiesto di marcare KD; appare però senza soluzione il problema del resto del backcourt, che non conta difensori accettabili in un contesto playoffs. Ironia della sorte, proprio Irving rischia di fare il diavolo a quattro contro i vari Kemba e Fournier. Oltre al danno, la beffa.
2) La lotta sotto canestro
Il dilemma dei lunghi in casa Nets si è fatto sempre più insistente durante tutta la stagione. Se a inizio anno le soluzioni sembravano più limitate, oggi Steve Nash può contare su una varietà di opzioni davvero importante, considerando la presenza di Griffin, Brown, Green, Jordan e Claxton.
Proprio quest’ultimo potrebbe ritrovarsi ad avere un minutaggio molto consistente nel corso della serie, avendo sfruttato al massimo ogni occasione dopo il ritorno dall’infortunio. Nic si è confermato il miglior difensore presente a roster, mostrandosi meno sofferente contro i centri più fisici rispetto alla passata stagione e facendo valere la sua duttilità clamorosa che gli permette di cambiare con poche difficoltà su ogni ruolo. Non a caso i Nets subiscono 11 punti in meno ogni 100 possessi quando Claxton è in campo, da 113.1 a 102.1.
I Celtics sono una delle squadre più efficaci a rimbalzo offensivo. Boston è terza per OffensiveRebound% con 28.9, nonostante in stagione abbia generato pochi punti da rimbalzo offensivo in relazione al numero di seconde chance reali (solamente 26esima secondo CleaningTheGlass). Detto questo, nei 3 confronti con i Nets hanno messo a segno più di 15 punti a partita da putback. Numeri importanti, legati alla presenza di due dei rimbalzisti più efficaci della lega, Tristan Thompson e Robert Williams, entrambi in top-20 per OREB%. Sarà fondamentale per i Celtics far valere un vantaggio fisico sotto canestro e concretizzarlo, anche se la possibile assenza di “Time Lord” per gara 1 potrebbe pesare molto da questo punto di vista.
Nell’ultimo confronto a New York, Thompson aveva sofferto tremendamente Jordan a centro area, riuscendo a rendersi pericoloso solamente forzando il cambio con Brown. Nel video si nota come Brown e Jordan facciano blitz sul P&R, ma Fournier è bravo a servire TT che batte il buon aiuto di Harris. Allo stesso modo nella clip sotto Thompson si accoppia a centro area con l’ex-Pistons sfruttando il mismatch ultrafavorevole, per poi mangiarsi un canestro da solo.
Il numero #1 dei Nets si è mostrato tremendamente efficace nelle due fasi contro dei quintetti piccoli, come quello proposto da Stevens con Grant Williams o Ojeleye. Difficilmente vedremo Boston andare small in modo eccessivo volontariamente, proprio per provare a sfruttare quel minimo vantaggio sotto canestro, ma è probabile che Stevens sarà costretto a farlo per evitare imbarcate più pesanti dalla second-unit.
La pericolosità di Brooklyn in transizione e in situazioni di five-out con Griffin o Green da 5 renderà impossibile la presenza di Thompson in alcuni frangenti di partita. Lo stesso Uncle Jeff quest’anno sta tirando con un clamoroso 44% dagli angoli e un 41% complessivo da 3, dato più alto in carriera.
In questa clip si nota chiaramente come TT venga bruciato da Harris sul primo passo. Inutile l’aiuto di Williams, palla a Green nell’angolo e tripla aperta.
3) Durant contro Tatum
Il duello più affascinante è sicuramente quello tra il numero #7 di Brooklyn e lo #0 di Boston, che sa anche un po’ di allievo contro maestro. Tatum, infatti, per ruolo e caratteristiche tecniche e fisiche è sicuramente paragonabile a KD, ma gli toccherà un carico infinitamente maggiore e sarà sicuramente chiamato a creare anche qualcosa per i compagni. In questo aspetto Taco Jay è cresciuto in maniera piuttosto costante nei suoi 4 anni nella lega: l’Assist Percentage di quest’anno ha toccato un ottimo 20.3%, nettamente meglio del 14.5% del 2019-20 e un altro mondo rispetto all’8.3% dell’anno da rookie.
Ci sono stati anche miglioramenti nelle percentuali al ferro, ma un calo in quelle da tre punti e soprattutto un numero di tiri liberi conquistati che resta stazionario, ancora troppo lontano dagli standard richiesti nella NBA di oggi ad un giocatore con il suo fisico e stile di gioco. Come già detto e ridetto fino allo sfinimento, in partite con siccità offensiva, molto più frequenti ai playoffs, guadagnarsi tanti viaggi in lunetta è fondamentale, come insegna proprio quel James Harden maestro assoluto della disciplina. Tatum sarà molto probabilmente solo sull’isola o quasi, ma di sicuro questo non spaventerà un giocatore abituato fin dal suo primo anno a giocare partite di questa importanza.
Durant, invece, si è rivisto sui campi NBA dopo oltre un anno di assenza in questa Regular Season, anche se ha disputato appena 35 partite su 72. Un numero che non lascia così tranquilli sulla sua solidità, ma quando KD ha giocato ha dato per alcuni attimi la sensazione che il tempo non fosse mai passato. 26.9 punti con 17.2 tiri tentati a gara e un incredibile 66.6% di True Shooting, numeri da realizzatore di razza purissima. Salta all’occhio in particolare il 45% da tre punti, massimo in carriera per Durant.
Lo spacing che ti garantiscono Irving, Harden e Joe Harris in squadra sicuramente aiuta, ma parliamo comunque di numeri elitari. Il problema principale, per i Celtics ed il resto del mondo, è che vanno abbinati ad un 52% dalla media su quasi 10 tentativi a gara e al 78% al ferro, seppur su un campione molto più ristretto. Durantula va ormai per i 33 anni, e dopo un infortunio terribile non ci si può aspettare esplosività oltre ad un certo limite, ma con i suoi “208 centimetri” di altezza, abbinati a braccia chilometriche, può ancora crearsi il tiro con facilità disarmante.
I Celtics non sembrano avere corpi adatti da mettere addosso a Durant: può provarci sicuramente Grant Williams, ma è probabile che per molti minuti sia proprio Tatum ad occuparsene direttamente. Molto probabile che KD se la giochi più con il suo classico pull-up jumper, evitando che la fisicità del suo avversario si faccia sentire maggiormente avvicinandosi a canestro. Jayson, invece, farebbe meglio a puntare in velocità Kevin, difensore bravo in closeout ma non una scheggia, soprattutto recentemente, negli scivolamenti. Una cosa è certa: pensando alle recenti prestazioni dei due, ci sarà da divertirsi!
Il pronostico
Francesco: 4-0 Nets. La forbice tra le due squadre è davvero ampia e, per quanto Tatum riuscirà a tenere a galla Boston in un paio di partite, il talento dei Nets avrà la meglio senza troppe difficoltà.
Enrico: 4-1 Nets. Concedo a Boston un successo, mettendo insieme un Tatum straripante con dei Nets ancora da rodare. Di più, senza Jaylen Brown, non credo si possa fare.
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