Il Power Ranking dei Playoff NBA

power ranking
Copertina di Sebastiano Barban

11) Atlanta Hawks

Record: 41-31
Net Rating: +2.2
Probabilità di raggiungere le Finals: 1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

Forse sono stato un po’ severo con gli Hawks, che dal cambio di allenatore sono stati la quarta forza ad Est. La ragione per cui li ho fuori dalla top ten e sotto anche agli Heat è simile a quella per cui non ho i Suns nel gruppo delle contender: la mancanza di esperienza ai playoff.

Gallinari, Lou Williams e Capela sono gli unici tre elementi della rotazione che abbiano esperienza in ambito playoff (a meno che non vogliate considerare Snell e Hill elementi imprescindibili nella rotazione playoff degli Hawks), e gli ultimi due dei tre menzionati non hanno impattato positivamente le chance di vittoria della propria squadra nelle loro ultime apparizioni in post-season.

Credo anche che Trae Young potrebbe soffrire l’impatto con la fisicità ed il metro arbitrale dei playoff, considerata anche l’ancestrale difficoltà che i playmaker sottodimensionati fanno in ambito playoff. Per concludere con i fattori negativi, il record ai playoff di Coach McMillan è a dir poco rivedibile, ed è stato una delle ragioni principali del suo allontanamento da Indiana: la rigidità mentale e la difficoltà nello scostarsi da principi utilizzati in Regular Season (l’aver levato Oladipo in gara2 della serie contro i Cleveland Cavaliers nel 2018 al secondo fallo preso da questi dopo un minuto di gara, per poi perdere il primo quarto giocato interamente senza di lui di 15 e rientrare guidati da Oladipo stesso nel secondo e terzo quarto grida ancora vendetta) sono solitamente fattori che incidono negativamente sulla resa delle sue squadre.

Detto questo, il roster degli Hawks è molto talentuoso. Poche squadre possono pensare di usare nove o addirittura dieci uomini in postseason, ma tale è stato l’influsso di talento in estate per la franchigia della Georgia e di certo il gap tecnico con i New York Knicks, loro avversari al primo turno, sembra essere notevole, sebbene le caratteristiche della squadra di Thibodeau potrebbero dare fastidio agli Hawks.

Credo comunque che un Hunter a mezzo servizio possa incidere molto sulle speranze di Atlanta. Tutta l’attenzione sarà rivolta verso la capacità di adattarsi al contesto del duo Young-Collins, col secondo chiamato a rispondere presente al contesto più probante della sua carriera in vista della Free Agency probabilmente più significativa della sua carriera.

12) Portland Trail Blazers

Record: 42-30
Net Rating: +1.8
Probabilità di raggiungere le Finals: <1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

La difesa dei Trail Blazers fa più paura di un film di Dario Argento. L’ho ripetuto più e più volte in The ANDone Podcast: pensare che l’acquisizione di Covington potesse sistemare magicamente quel colabrodo difensivo che Portland mette in scena da due anni è “wishful thinking”, come dicono gli americani.

Il duo Lillard-McCollum è sottodimensionato contro qualsiasi backcourt a questo livello. I minuti in cui Kanter e Anthony dividono il parquet insieme andrebbero raccolti per spiegare nelle scuole basket come non si difende un pick&roll e come non si difende lontano dalla palla, l’esperimento Normal Powell è stato sinora disastroso dal lato difensivo e quantomeno discutibile dall’altro lato (anche se capisco che pagare profumatamente Trent avrebbe significato essere all-in su un trio di giocatori piccoli, e per quanto il ragionamento possa sembrare semplicistico, in ambito playoff essere “lunghi” e coprire più linee di passaggio possibile è importante come non mai).

La rotazione mi sembra corta, con otto uomini destinati a far registrare minuti (Dame-CJ-RoCo-Powell, seguiti da Melo-Kanter-Derrick Jones Jr-Nurkic, sigh) e solo quattro dei quali possono, al giorno d’oggi, essere dei positivi in determinati contesti.

Detto tutto ciò, Damian Lillard è uno dei giocatori che meno vorrei incontrare in una serie playoff: ogni notte può accendersi e segnare 40 punti con 20 tiri, coinvolgendo i compagni in attacco e lasciando il palco al momento adatto al suo comprimario offensivo d’eccellenza.

Il duo Lillard-McCollum potrebbe segnare di media 55 punti in una serie con efficienza molto sopra la media e nessuno batterebbe ciglio. Come dico spesso, le serie playoff spesso dipendono dalla risposta che si dà alla domanda “chi ha il miglior giocatore in campo?”, e Lillard può essere la risposta per alcune notti di una serie.

13) New York Knicks

Record: 41-31
Net Rating: +2.4
Probabilità di raggiungere le Finals: 1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

Molto spesso, nel corso della stagione, il vantaggio che i New York Knicks hanno avuto nei confronti degli avversari è stato frutto di una maggiore concentrazione e di una maggiore voglia di portare a casa il risultato. Tutti fattori molto importanti (e che contraddistinguono peraltro da sempre le squadre di Thibodeau), ma che pesano molto meno una volta arrivati ai playoff, dove tutti escono dal campo con la fronte imperlata di sudore.

Dubito, ad esempio, che una lineup con al suo interno Burks, Toppin, Gibson e Quickley possa asfaltare gli avversari (questo quartetto ha sconfitto gli avversari di 13.2 punti per 100 possessi, e non è un errore di battitura). La coperta per la postseason sembra corta, con giocatori come Elfrid Payton o Taj Gibson che scenderanno in campo per minuti significativi ai fini del risultato finale.

Rimane però l’ottimo impianto difensivo (terzi nella lega), un attacco che dall’arrivo di Rose è sembrato più fluido e capace di generare tiri più semplici di quelli che Randle era costretto a prendere troppo spesso nella prima parte di stagione ed un uomo (Randle stesso, per l’appunto) che da un paio di mesi a questa parte sembra in missione per conto di Dio, citando i Blues Brothers.

Tutti gli occhi saranno su RJ Barrett, che per primo nel gruppetto delle prime tre scelte del draft 2019 tasterà il terreno della postseason (alzi la mano chi l’avrebbe detto) ed ha messo in mostra notevoli miglioramenti sia al tiro che nella gestione dei ritmi di gioco, arrivando al ferro molto più facilmente della scorsa stagione dopo aver migliorato la scelta di quando accelerare e quando decelerare.

Randle dovrà dimostrare di poter essere il miglior giocatore in una serie playoff, impresa alla sua portata contro gli Hawks, mentre il compito di Rose sarà quello di continuare a far bene anche in postseason.

14) Golden State Warriors

Record: 39-33
Net Rating: +1.1
Probabilità di raggiungere le Finals: <1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

Ora vi dirò una statistica che, personalmente, mi aspettavo solo in parte: nei minuti in cui Steph Curry e Draymond Green hanno diviso il campo, i Warriors hanno battuto i loro avversari di 6.1 punti per 100 possessi. Questo numero non dovrebbe sorprendere tanto per la qualità dei due giocatori, indiscutibile al di là degli acciacchi dell’età, quanto per gli altri tre con cui Steph e Dray hanno dovuto dividere il campo in quei minuti.

Wiseman ha dimostrato tutti i propri limiti, prevedibili e previsti in fase di draft (guai a giudicare un rookie dai primi 2/3 anni di carriera, soprattutto se è un centro, ma gridai al terribile errore quando i Wariors passarono LaMelo dopo la pick di Edwards allora e credo che la mia opinione non cambierà nei prossimi anni); Oubre ha confermato la mia impressione di giocatore dall’atletismo strabordante compensata però da una comprensione a dir poco limitata del basket (e anche da un tiro da fuori ondivago come pochi, quest’anno i Warriors hanno visto la faccia brutta della medaglia);

Wiggins sembra essere cresciuto soprattutto in termini di difesa point of attack (quasi sempre è stato delegato alla marcatura del migliore giocatore avversario) e selezione di tiro ma rimane anch’egli un esterno dalle letture limitate ed il resto del roster è formato da onesti mestieranti che in altri contesti non avrebbero visto il campo ai playoff.

Eppure i Warriors sono stati la quinta difesa in stagione, merito principalmente di Green, vero burattinaio in campo, e di un Wiggins concentrato per larghi tratti dell’annata, e quando hai la quinta difesa della lega e il miglior Stephen Curry dalla seconda annata MVP rappresenti un avversario che nessuno vorrebbe affrontare in una sfida secca, e probabilmente ci si aspetterebbe un avversario più semplice anche in un primo turno dopo aver concluso la stagione regolare ad uno dei primi due posti.

Mai come questa volta Golden State andrà tanto lontano quanto la porterà Curry, ma ci sono mani peggiori a cui affidare il proprio destino.

15) Memphis Grizzlies

Record: 38-34
Net Rating: +1.2
Probabilità di raggiungere le Finals: <1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

Se cercate “rognosi” nel vocabolario, probabilmente negli esempi proposti leggerete “i Memphis Grizzlies sono rognosi”. Questa è la prima, anche se non l’unica, squadra della lista a non avere un giocatore nella discussione tra i top25 dell’annata (potrei andare in guerra per difendere l’opinione che, quest’anno, il migliore giocatore di Memphis sia stato Jonas Valančiūnas), e tutti quanti sappiamo come i playoff siano il teatro in cui dominano i grandi talenti individuali.

Eppure, la squadra di Jenkins ha messo in mostra un’organizzazione difensiva che personalmente ritengo la migliore della lega (sesti per Defensive Rating, ma provate voi a creare un sistema in cui Valančiūnas sembri un buon difensore nonostante si debba anche fare i conti con Morant in campo per più di trenta minuti a notte) ed ha preso alla lettera il comandamento numero uno del bravo GM: non far giocare mai un singolo minuto ad un giocatore che non merita di giocarlo (per quanto possa sembrare stupido, questo fa tutta la differenza del mondo in Regular Season).

Se scorrete il roster dei Grizzlies, ci troverete dai 10 ai 12 nomi che non sfigurerebbero in un primo turno playoff: sono curioso di capire quali saranno i 7/8 nomi su cui Jason Wexler punterà forte nei prossimi anni e chi i 4/5 che verranno scaricati, e credo che un primo turno di playoff potrebbe aiutare a schiarire le idee anche la franchigia stessa.

Per tutte le gare che i Grizzlies giocheranno da qui ad inizio stagione, il mio osservato speciale sarà Jaren Jackson Jr, che nella bolla di Orlando aveva messo in mostra segnali che facevano presupporre un immediato passaggio al rango di stella. Nelle dieci gare giocate dal rientro, JJJ è apparso meno arrugginito di quanto fosse lecito aspettarsi, e soprattutto molto più presente sotto le plance e più a suo agio nel mettere palla a terra. Speriamo che gli infortuni possano dargli tregua per qualche anno.

16) Boston Celtics

Record: 36-36
Net Rating: +1.2
Probabilità di raggiungere le Finals: <1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

Annus horribilis quello dei Celtics, un po’ per scelte scellerate fatte in offseason (mi immagino una cena della dirigenza in cui ad un certo punto, dopo svariate bottiglie, qualcuno si sia alzato dal tavolo ed abbia detto una frase tipo “MA SAPETE CHE SECONDO ME THOMPSON DA 4 E THEIS DA 5 POTREBBE FUNZIONARE?”), un po’ per una serie di eventi che avrebbero steso la più solida ed organizzata delle franchigie.

Non faccio parte di coloro che non vedono futuro per la franchigia: a mio modo di vedere, fintanto che hai due giovani esterni come Brown e Tatum sotto contratto per svariati anni, sei sempre a tanto così dal fare la mossa giusta e diventare contender.

Questo però non cambia la sostanza delle cose per la postseason che sta per cominciare: senza Brown, i Celtics hanno tre pedine in meno rispetto agli scorsi playoff (Brown, Theis ed Hayward), rimpiazzati da Thompson, finora davvero deludente, Fournier e Pritchard.

Il salto di qualità è evidente, e credo che a questo punto Stevens proverà a sfruttare le gare rimanenti per dare qualche minuto ai playoff ai vari Williams (x2), Pritchard, Nesmith e Langford. Ci sono annate in cui la cosa più saggia da fare è chiuderla alla svelta e pensare a come ritornare meglio organizzati l’anno dopo.

17) Charlotte Hornets

Record: 33-39
Net Rating: -1.9
Probabilità di raggiungere le Finals: <1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

La squadra di Borrego è stata quella che ho guardato con più piacere in stagione: ritmo alto, fattore wow garantito dal duo Ball-Bridges, tanti giovani in rampa di lancio che migliorano a vista d’occhio. Proprio per questa ragione, è la squadra tra quelle che affronteranno il play-in ad Est per cui io faccio di più il tifo, perché nessun’altra gioverebbe di un’esperienza ai playoff più di loro.

Dubito che gli Hornets possano mettere in difficoltà una tra 76ers e Nets, ma da una serie del genere potrebbero uscire un paio di partite divertenti da riguardare anche fra qualche anno. Tutta la spensieratezza di quel che sembra un futuro All-Star in LaMelo Ball, l’atletismo, la difesa 1vs1 ed i progressi al tiro e nel playmaking di Miles Bridges, la versatilità di PJ Washington, guidati da un Rozier che ha messo in mostra miglioramenti in ogni aspetto del proprio gioco e da un ritrovato Gordon Hayward.

Graham, Wanamaker, Monk e Zeller completano una rotazione che non è all’altezza di una run playoff profonda, ma che è potenzialmente una base su cui Michael Jordan e soci possono costruire per guardare con fiducia al futuro.

18) Washington Wizards

Record: 34-38
Net Rating: -1.6
Probabilità di raggiungere le Finals: <1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

Tolti Beal e Westbrook, i Washington Wizards hanno la bellezza di zero giocatori da cui io mi aspetterei un impatto positivo ai playoff, e uno/due che farei giocare ai playoff in senso assoluto (Bertāns e, con molti punti di domanda, Hachimura).

Il finale di stagione del duo Beal-Westbrook lascia l’amaro in bocca perché, con un diverso stato di salute di Russ in primis, Washington avrebbe probabilmente potuto concludere la stagione con un record positivo. Ma d’altro canto, lo stesso finale di stagione fa anche capire quanto i maghi della capitale siano distanti anche solo dal gruppo formato da Atlanta, Boston, New York e Miami.

Per Washington vale l’esatto opposto di quanto detto per i Grizzlies: loro hanno dato tanti, troppi minuti a giocatori che con l’NBA hanno poco a che fare. Proprio per questa ragione è lecito aspettarsi che gli Wizards possano migliorare molto con mosse relativamente di basso profilo nell’estate che sta per cominciare, ma potrebbe comunque non essere abbastanza per agganciarsi al treno di quelle che le precedono.

Detto questo, sulla gara secca il duo Beal-Russ è quanto di meglio l’Est possa offrire, quindi potremmo trovarci tra una settimana a guardare una serie in cui Neto e Robin Lopez giocano 40 minuti in due.

19) San Antonio Spurs

Record: 33-39
Net Rating: -1.5
Probabilità di raggiungere le Finals: <1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

Mai scommettere contro Popovich e gli Spurs, ma li vedo come ultima forza tra le sopravvissute ad Ovest, con del distacco dalla nona.

Ciononostante, ogni occasione è buona per testare le personalità dei giovani a roster: White, Murray, Johnson, Walker e Vassell sembrano poter formare un buon cast di supporto per gli Spurs del futuro, ma la vera domanda è se qualcuno tra questi possa essere il primo violino di una squadra che punta a qualcosa di più nei prossimi 4-5 anni.

I miei due cent li metto su Keldon Johnson, che dopo un inizio di stagione molto promettente ha abbassato i ritmi, complice anche il ritorno dall’infortunio di White. DeMar DeRozan è probabilmente all’ultima corsa da protagonista della sua carriera, ma la sua stagione merita comunque il giusto riconoscimento: nelle tre annate agli Spurs, DeRozan ha messo in luce una capacità di creare per i compagni che non si era visto a Toronto, oltre alla solita abilità di segnare a piacimento dalla media.

Potrebbe suonare riduttivo, ma spero presto di poterlo apprezzare in un ruolo da sesto uomo di lusso in una contender.

20) Indiana Pacers

Record: 34-38
Net Rating: +0.1
Probabilità di raggiungere le Finals: <1%
Probabilità di vincere l’Anello: <1%

Quella che sembrava una stagione molto promettente (nel primo mese di gare i Pacers si contendevano il titolo di mia squadra League Pass preferita) è andata naufragando tra le onde di uno spogliatoio in rotta di collisione con Coach Bjorkgren.

Continuo a ritenere che la mossa avesse senso: rimpiazzare McMillan, che aveva più e più volte dimostrato di essere finito su un binario morto, con un allenatore dalle idee innovative, primogenito della scuola Nurse, sembrava poter portare solo vantaggi.

Quel che probabilmente nessuno si aspettava nell’ambiente Pacers (tranne TJ Warren?) era l’apparente incapacità dell’ex-assistente dei Raptors nel gestire un gruppo di atleti che sembrava (e sembra tutt’ora) lungi dall’essere una congrega di teste calde.

La stagione dei Pacers si avvia dunque ad essere, con buona probabilità, la prima dal 2014-15 senza playoff: a mio avviso però, poco male, dato che mai con McMillan è stato superato lo scoglio del primo turno.

Ora rimane da vedere quali saranno le conseguenze del fallimento a livello societario: che Bjorkgren venga sollevato dall’incarico pare solo questione di settimane, rimane da capire se sia a rischio o meno anche il GM Kevin Pritchard.

Andrea Bandiziol
Andrea, 31 anni di Udine, è uno di quelli a cui potete scrivere se gli articoli di True Shooting vi piacciono particolarmente. Se invece non vi piacciono, potete contattare gli altri caporedattori. Ha avuto la disgrazia di innamorarsi dei Suns di Nash e di tifare Phoenix da allora.